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Morte di George Floyd, arrestato l’agente coinvolto. Un nuovo video mostra tre poliziotti inginocchiati sull’uomo

29 Maggio 2020 - 23:50 Redazione
Secondo un documento dell'accusa, l'agente Chauvin avrebbe tenuto il suo ginocchio sul collo di Floyd per più di 8 minuti

Un nuovo video pubblicato sui social media, e ripreso dalla Cnn, sembra mostrare tre ufficiali del dipartimento di polizia di Minneapolis inginocchiati su George Floyd durante il suo arresto. Il video precedente del testimone oculare Darnella Frazier mostrava l’agente Derke Chauvin con il suo ginocchio sul collo di Floyd. La Cnn ha però fatto sapere di non essere stata in grado di individuare la persona che ha girato le nuove immagini.

Secondo un documento dell’accusa ottenuto dai giornali americani, l’agente Chauvin avrebbe tenuto suo ginocchio sul collo di George Floyd per 8 minuti e 46 secondi, Chauvin, sempre secondo gli atti dell’ indagine, non ha rimosso il ginocchio dopo che l’afroamericano ha gridato «non riesco a respirare» ,«vi prego», ma solo quasi tre minuti dopo che un altro agente non riusciva a sentire le pulsazioni del cuore di Floyd, che in quel lasso di tempo non reagiva più.

L’arresto

Derek Chauvin, il poliziotto di Minneapolis coinvolto nella morte dell’afroamericano George Floyd, è stato arrestato ed è accusato formalmente di omicidio colposo. A confermarlo ai media locali, la stessa polizia. Si tratta dell’agente che compare nel video e che, inginocchiato di peso sul collo di Floyd, lo ha ucciso soffocandolo. Chauvin è uno dei quattro poliziotti coinvolti nel fatto che sono stati licenziati dopo la morte di Floyd. Tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, e dunque hanno deciso di non collaborare alle indagini.

Floyd conosceva l’agente che lo ha soffocato

Stando alle ultime indiscrezioni circolate sul caso, George Floyd e Derek Chauvin, l’agente che lo ha soffocato, si conoscevano e hanno lavorato insieme per molto tempo come addetti alla sicurezza di un night club. A renderlo noto è Andrea Jenkins, vicepresidente del consiglio comunale della città, in un tweet ripreso dai media Usa. Una conferma – secondo alcuni media locali – è arrivata anche dal proprietario del locale.

Proclamato il coprifuoco notturno

Dopo la terza notte consecutiva di disordini e guerriglia urbana per l’uccisione di Foyd da parte dell’agente Chauvin, le autorità di Minneapolis hanno annunciato il coprifuoco a partire dalle 20 (le 2 in Italia).

Le proteste

Le proteste dopo la morte dell’afroamericano di 46 anni George Floyd a Minneapolis arriva al terzo giorno di scontri e devastazioni, e si allarga in altre città degli Stati Uniti, con arresti a New York – circa 72 – e tensioni a Denvers. Dopo la richiesta di aiuto al governatore del Minnesota del sindaco di Minneapolis, è intervenuta la Guardia nazionale che, nelle ultime ore, ha schierato 500 uomini in piazza. Le proteste sono degenerate per la terza notte consecutiva in violenze, vandalismi e saccheggi. Durante i tafferugli esplosi in diverse zone di Manhattan alcuni agenti sono rimasti feriti dai lanci di sassi e bottiglie da parte dei manifestanti.

Nel frattempo, sette persone sono state ferite in una sparatoria durante una protesta a Louisville, in Kentucky, per l’uccisione di una afroamericana, Breonna Taylor, 26 anni, nel corso di una perquisizione da parte di tre agenti bianchi nella sua casa. Il fatto è avvenuto a marzo. Le tensioni stanno montando sull’onda del caso di George Floyd. Il sindaco Greg Fisher ha riferito che nessun agente ha aperto il fuoco. Alcuni video sui social sembrano mostrare che gli spari sono stati esplosi mentre i dimostranti circondavano un’auto della polizia.

Arrestata la troupe della Cnn

Il corrispondente della Cnn Omar Jimenez e la sua troupe sono stati rilasciati dopo l’arresto in diretta durante la copertura delle proteste di Minneapolis. Lo scrive la stessa emittente sul suo sito web. Nel pieno delle proteste, un’intera troupe della Cnn con il giornalista Omar Jimenez è stata arrestata dalla polizia di Minneapolis, nonostante il giornalista abbia chiaramente dichiarato la propria identità agli agenti.

La scena surreale è stata ripresa in diretta dagli stessi operator dell’emittente americana che non hanno mai interrotto le riprese, mentre gli agenti mettevano loro le manette. Sequestrata anche la telecamera, con i poliziotti che sembravano inconsapevoli del fatto che fosse ancora accesa.

Il governatore del Minnesota Tim Walz ha detto al presidente della Cnn Worldwide Jeff Zucker di essere amareggiato per l’accaduto e che sta lavorando per far rilasciare immediatamente la troupe posta in stato di fermo. La polizia ha dichiarato di averli ammanettati perché hanno rifiutato di spostarsi dopo che gli agenti avevano dato l’ordine di sgomberare la strada.

Josh Campell, un altro giornalista della Cnn, ha raccontato all’emittente americana che era anche lui in zona ma non faceva parte della stessa troupe. Anche lui è stato avvicinato dalla polizia, ma gli è stato permesso di rimanere. «Mi sono identificato – ha detto alla Cnn -. I poliziotti hanno risposto, “Ok, ti è permesso restare nella zona”», ha raccontato Campbell.  «Sono stato trattato in modo molto diverso rispetto a Jimenez”». L’ex commissario di polizia di Filadelfia Charles Ramsey ha affermato che l’arresto non ha senso.

La dinamica

Gli ufficiali si sono avvicinati alla troupe   tra loro anche il produttore Bill Kirkos e il fotoreporter Leonel Mendez – per arrestare un manifestante dietro di loro. Jimenez ha mostrato il tesserino da giornalista agli agenti per l’identificazione. Ha detto di essere un reporter e ha avvisato i poliziotti che li avrebbe seguiti con la telecamera durante il loro lavoro. Un ufficiale ha risposto afferrandogli il braccio e lo ha ammanettato. Dopo l’arresto del fotografo, la sua macchina fotografica è stata messa a terra e ha continuato a trasmettere immagini dal vivo.

Preso d’assalto il distretto di polizia

I manifestanti sono tornati davanti al commissariato di polizia dove lavoravano gli ormai ex agenti coinvolti nella morte di Floyd. All’esterno dell’edificio è esploso un incendio, che ha costretto gli agenti ad abbandonare l’edificio. Secondo i media locali, diversi manifestanti sono riusciti a entrare nel distretto di polizia, vandalizzando gli uffici e appiccando un incendio anche all’interno. Poco distante dal luogo in cui era stato fermato Floyd, un gruppo si è staccato dal corteo di manifestanti per tentare il saccheggio di un supermarket, ma sono stati respinti dalla polizia con gas lacrimogeni.

Gli ex agenti non collaborano con le indagini

A surriscaldare il clima di scontro si aggiungo le notizie sul fronte delle indagini a carico degli ex poliziotti coinvolti nel caso. I quattro hanno deciso di non collaborare con gli investigatori, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Al momento non è stato emesso nessun capo d’accusa per gli agenti licenziati. Nell’inchiesta è intervenuta ora anche l’Fbi, che sta visionando tutti i video disponibili relativi al fermo nel quale Floyd viene schiacciato per terra con il ginocchio da un agente mentre dice: «Non riesco a respirare».

A New York 30 arresti per le proteste

EPA/JUSTIN LANE | Una donna arrestata dalla polizia durante le proteste per la morte di George Floyd a New York

Le proteste scoppiano anche a New York, dove sono scese in strada a Manhattan centinaia di persone. 30 sono state arrestate, dopo che vicino alla sede del municipio è partito un lancio di bottiglie e vari oggetti contro la polizia. Un altro manifestante è stato arrestato dopo che ha bloccato il traffico, armato di pistola. La rabbia dei manifestanti è esplosa anche a Oakland, in California, e a Denver, in Colorado, dove sono scattati blocchi del traffico. Cortei spontanei ci sono stati anche a Chicago e San Francisco.

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