Cinque Stelle e Venezuela, i rapporti pericolosi: quando per i grillini gli avversari del regime erano golpisti e le critiche a Maduro ingerenze – Il video

Nel 2019, quando in Venezuela infuriava lo scontro tra Maduro e Guaidó, aveva fatto discutere in Europa la posizione di neutralità assunta dal M5s

Una valigetta con tre milioni e mezzo di euro in contanti, che avrebbe avuto come destinatario Gianroberto Casaleggio tramite l’intermediazione del console venezuelano a Milano, Gian Carlo di Martino (che in una intervista a Open ha smentito). È la ricostruzione fatta dal quotidiano spagnolo Abc in riferimento a un episodio che sarebbe accaduto nel 2010, e che dimostrerebbe il sostegno del governo di Caracas, all’epoca ancora guidato da Hugo Chavez (deceduto nel 2013), al nascente Movimento Cinque Stelle. A suffragare le sue rivelazioni Abc pubblica anche un documento secretato dei servizi segreti venezuelani (da verificare), datato 5 luglio 2010, che ricostruisce la vicenda. Una vera e propria bomba quella lanciata dal giornale spagnolo, che piomba nel bel mezzo della bagarre interna al Movimento tra Alessandro Di Battista e Beppe Grillo. Uno scoop che riaccende i riflettori sui rapporti tra M5s e Caracas, in particolare con l’attuale presidente Nicolás Maduro che, all’epoca dei fatti, era ministro degli Esteri.


I rapporti tra il M5s e il Venezuela

L’indulgenza del M5s verso il governo di Maduro era emersa in maniera evidente nel febbraio del 2019, quando nel Paese sudamericano infuriava lo scontro tra l’erede di Chavez e il rivale Juan Guaidó, sostenuto e riconosciuto come presidente ad interim dagli Stati Uniti e da 22 Paesi europei. All’epoca, ai tempi del governo gialloverde, la posizione da assumere verso Maduro era stata terreno di scontro con la Lega, schierata apertamente contro quello che Salvini aveva definito un “dittatore”. Alla fine era prevalsa una posizione intermedia, un po’ pilatesca, che non riconosceva Guaidó ma definiva illegittime le elezioni che avevano riconfermato Maduro alla guida del Paese. L’Italia si era nettamente distinta, nel panorama europeo, per la mancanza di una netta presa di posizione a favore di Guaidó. Una posizione di neutralità, quella del M5s, che aveva spinto lo stesso Maduro, tra i ringraziamenti per la solidarietà ricevuta, a citare anche Roma, lasciando intendere che il riferimento fosse proprio alla linea prudente (leggi indulgente) assunta dal governo a guida grillina.


I viaggi dei 5s a Caracas

Non sfuggono poi altri episodi, come il viaggio in Venezuela della delegazione del M5s guidata dall’attuale sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, nel 2017, in occasione del quarto anniversario della morte di Hugo Chavez. Così come le parole dello stesso Di Battista, che nel febbraio del 2019, intervistato da Lucia Annunziata sottolineava: «Maduro ha una parte di popolazione che lo avversa e contrasta, ma c’è un’altra parte di popolazione che lo sostiene, l’esercito sostiene Maduro». All’epoca dei fatti vari parlamentari pentastellati avevano definito l’ascesa di Guaidó come un «colpo di stato». Una stima quella dei Cinque Stelle verso il governo venezuelano testimoniata anche da una Risoluzione, presentata da Di Stefano il 23 gennaio 2017 alla Camera, firmata anche da Di Battista, Scagliusi, Spadoni, Grande, Del Grosso, dove vengono elencati dati lusinghieri e progressi compiuti dal governo di Caracas, denunciando l’«indebita ingerenza da parte della comunità internazionale». Insomma una complessiva linea politica che sembrerebbe trovare maggior senso alla luce, anche, del presunto scoop di ABC. Un altro terremoto da gestire per i vertici del Movimento, che nel frattempo smentiscono categoricamente, bollando tutto come «fake news» e annunciando querele.

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