Statua Montanelli, i ragazzi della vernice: «Non ci interessa distruggerla, ma sollevare un dibattito»

Il vero obiettivo non è colpire la statua (che «può anche rimanere dov’è»): secondo gli studenti, quel che conta è abbattere la «mentalità novecentesca, che faceva sentire l’uomo bianco di una razza superiore»

«Voglio spiegare perché abbiamo gettato la vernice rossa sulla statua dei giardini di via Palestro». Tobia – nome di fantasia – è uno dei rappresentanti del collettivo studentesco che ha organizzato il blitz di vernice rossa alla discussa statua di Indro Montanelli. La magistratura ha aperto un’inchiesta per vandalismo, ma per loro si tratta di tutt’altro. In un’intervista a La Stampa, il ragazzo – di 25 anni – ha parlato delle motivazioni dietro la protesta.


«Intendevamo aprire un forte dibattito nell’opinione pubblica sulla presenza di simboli apparentemente innocui ce invee hanno una storia pesante alle spalle, toponomastica inclusa», spiega. «Sebbene la schiavitù sia stata abolita in Italia nell’800, i bianchi, e tra questi Montanelli, hanno continuato a considerare le popolazioni di colore inferiori, in particolare quelle conquistare nelle colonie».


Per quanto riguarda “l’obiezione del contesto storico” («Non vi pare che il giornalista sia stato figlio del suo tempo», chiede il giornalista), Tobia risponde: «Abbiamo bene in mente cosa ha fatto l’Italia nelle colonie. Lui ha abusato di una ragazzina di 12 anni. Questi sono i fatti. Lo raccontava lui stesso».

ANSA/Mourad Balti Touati

Insomma, il vero bersaglio non è la statua (che «può anche rimanere dov’è»): a dover essere combattuta, secondo gli studenti, è una certa «mentalità novecentesca, che faceva sentire l’uomo bianco di una razza superiore». Niente a che vedere con gli iconoclasti intolleranti, dunque, ai quali sono stati associati in questi giorni: «Abbiamo utilizzato vernice lavabile e il nostro obiettivo era essere mediatici, non iconoclasti. Vogliamo porre il tema della dedica di uno dei parchi più amati dai milanesi a un razzista del ’ 900 come Montanelli».

Alle reticenze del giornalista, che chiede ancora se non gli sembri «ingiusto» inchiodare la figura di Montanelli («giornalista dalla schiena dritta») a un fatto compiuto «in gioventù 100 anni fa», Tobia Risponde: «Porre l’accento sui comportamenti di Montanelli in gioventù vuol dire portare all’attenzione dell’opinione pubblica il fatto che certe cose, come il razzismo, sono ancora molto attuali».

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