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Il virologo Silvestri: «Di paura ne abbiamo avuta fin troppa: nessun rimbalzo dei contagi dopo le riaperture»

Il catastrofismo può essere messo in soffitta, dice il virologo con le sue «Pillole di ottimismo», ma la battaglia contro il virus non è ancora finita

I dati di ieri sulla pandemia di Coronavirus in Italia confermano come la «la ritirata» del virus stia continuando. Lo ribadisce il virologo Guido Silvestri che nelle sue «Pillole di ottimismo» punta innanzitutto ai dati in forte calo dei ricoveri nelle terapie intensive, al 4,3% del picco di marzo, così come quello dei ricoveri ospedalieri totale, che ormai sono l’11,3% rispetto al picco.

Le cifre per Silvestri devono essere considerate come molto positive e con la dovuta cautela, ci si può sbilanciare a dire che «stiamo andando verso la fine». Il virologo si basa su due aspetti più dibattuti nel corso delle riaperture:

«Il primo è che la riapertura a fasi dell’Italia (4 maggio –> 18 maggio –> 3 giugno) non ha causato nessun rimbalzo dei casi, come molti invece temevano e prevedevano. Il secondo messaggio è che ormai sta diventando impossible sostenere allo stesso tempo i due pilastri della “narrativa catastrofista” su COVID-19 – i.e., che la fine dei “lockdowns” porta automaticamente il R0 a diventare >1, e che nessun altro fattore possa mitigare la diffusione del virus (stagionalità, attenuazione del virus, immunità naturale o quant’altro)».

L’ottimismo di Silvestri non va confuso con l’illusione che il Coronavirus sia ormai sconfitto, perché la pandemia è «tutt’altro che finita». Ma i dati che si aggiungono di giorno in giorno dimostrano, secondo il virologo, che il catastrofismo debba essere «messo in soffitta». Ormai dice Silvestri: «Di paura ne abbiamo avuta fin troppa».

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