A lutto, silenti e distanziati: il flash mob degli artisti in piazza Duomo – Foto

Mentre agli Stati generali dell’economia è il giorno della cultura, a Milano i cantanti sono scesi in piazza per chiedere più attenzione al governo

Vestiti di nero, a lutto, in silenzio davanti al duomo di Milano per diversi minuti, muniti di mascherine e rispettando la distanza sociale. Nel giorno della festa della musica alcuni tra i cantanti più famosi della musica italiana, tra cui Levante, Diodato, Ghemon, Lodo Guenzi, Manuel Agnelli e Cosmo, hanno organizzato un flash mob a sostegno dei lavoratori dello spettacolo. Un settore, quello degli eventi culturali, duramente colpito dalla pandemia di Coronavirus, che ha costretto le autorità a porre un divieto sugli assembramenti.


La cantautrice Levante durante il flash mob

Ma è il settore della musica quello per cui gli artisti riuniti oggi a Milano hanno chiesto più attenzione. Un giorno, questo, particolarmente significativo perché agli Stati generali dell’economia, evento voluto dal presidente del Consiglio per ascoltare tutte le componenti sociali, economiche e culturali del Paese, è stata la volta proprio della cultura. Perché anche la cultura è un pilastro della crescita economia. Tra i presenti al tavolo, lo scrittore Alessandro Baricco, l’architetto Massimiliano Fuksas, il regista Giuseppe Tornatore, l’attrice Monica Guerritore, la cantautrice Elisa. Al tavolo un serie di proposte che non riguardano solo la gestione dell’emergenza, il sostegno ai lavoratori e alle famiglie, ma una strategia che possa consentire un rilancio complessivo del settore, guardando al futuro.


Un momento della protesta

«Spero che faccia proprio rumore questa iniziativa e che faccia arrivare la voce di tanti professionisti che lavorano nel mondo della musica al Governo, affinché prenda in considerazione gli emendamenti che sono stati presentati dal settore e che fino ad ora sono stati ignorati», ha affermato Diodato, vincitore dell’ultimo Festival di Sanremo. Manuel Agnelli, leader degli Afterhours, ha invece sottolineato come «i lavoratori a chiamata sono quelli che sono rimasti a casa senza sostegno ed è giusto fare una battaglia per loro, perché abbiano gli stessi diritti degli assunti, l’indennità di disoccupazione».

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