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Renzi: «Sbagliato non far parlare Salvini a Mondragone». Frecciata al M5s: «Il Mes? Finirà come con gli 80 euro»

30 Giugno 2020 - 15:11 Valerio Berra
Dopo Roberto Giachetti, anche il leader di Italia Viva ha criticato la contestazione in provincia di Caserta che ha impedito al segretario della Lega di finire il suo comizio

I cori, l’acqua tirata sul palco e poi i sospetti sull’impianto elettrico compromesso e le pietre lanciate verso il gazebo. Il comizio organizzato nella giornata di ieri dalla Lega a Mondragone è stato interrotto. Matteo Salvini è abituato alle contestazioni ma questa volta ha dovuto fermarsi, come ha spiegato sui suoi social: «Ieri a #Mondragone volavano pietre. Non saranno però 4 delinquenti dei centri sociali o qualcuno mandato apposta dalla malavita a fermarmi, ho la testa dura».

E Salvini non è l’unico a denunciare quello che è successo. Il leader della Lega ha incassatto la solidarietà di Italia Viva, il partito di maggioranza guidato da Matteo Renzi. Roberto Giachetti, uno dei volti più noti del partito, già poche ore dopo l’accaduto commentava su Twitter: «Sarà un ciarlatano, un provocatore, un cazzaro. Ma non esiste al mondo che in un paese democratico ad un esponente politico (per di più il segretario del maggiore partito italiano) venga impedito di fare un’iniziativa politica».

Toni simili, solo meno taglienti, per lo stesso Renzi, che ha dedicato al caso di Mondragone uno dei punti della su newsletter quotidiana: «Molti si arrabbieranno per ciò che sto per dire ma lo dico lo stesso. Deve essere chiaro che impedire a Matteo Salvini di parlare è un errore per la democrazia. Noi non condividiamo ciò che dice, ma in un Paese democratico il leader del primo partito italiano ha il diritto di parlare sempre e ovunque».

Il Mes e il dito nell’occhio sul bonus 100 euro

Sempre nell’ultima puntata della sua newsletter, Renzi ha voluto ribadire ancora una volta la posizione di Italia Viva sul dossier più caldo sul tavolo del governo: «È fondamentale chiudere rapidamente la partita del Mes, i 37 miliardi che servono alla nostra sanità e che, per un motivo ideologico, qualcuno vorrebbe buttare via».

L’ex premier ha voluto mettere un dito nell’occhio dei 5 Stelle, commentando il bonus da 100 euro per i dipendenti che sarà attivo da domani: «Finirà come è finita per gli 80 euro: per anni ci hanno detto che si trattava di una mancetta elettorale. Poi, dopo anni e anni, si sono convinti di aggiungere qualche euro e quella che era stata definita una mancetta è diventata una grande rivoluzione fiscale».

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