Gentiloni spinge l’Italia sul Mes, altra benzina sulla maggioranza: «Usatelo, conviene»

Il Commissario europeo – in attesa dei fondi del Recovery – invita a usare il pacchetto di aiuti già disponibile e rassicura: «Abbiamo eliminato le vecchie condizionalità»

«Tra Recovery Fund e i crediti agevolati del Mes e di Sure ci sono in tutto 700 miliardi di prestiti. Se c’è un Paese in Europa che ne può trarre vantaggio è l’Italia». Così Paolo Gentiloni, Commissario europeo per l’Economia, interviene sui fondi per rispondere alla crisi sanitaria, dopo il voto di ieri al Parlamento europeo sul Mes e la frattura emersa all’interno della maggioranza. La Lega ha presentato un emendamento che chiedeva di respingere l’utilizzo del Meccanismo di stabilità. Voto favorevole di Fdl e M5S, ma all’emendamento, poi bocciato, si sono espressi contrariamente Forza Italia e Pd, alleato di governo dei pentastellati.


In un’intervista a La Repubblica Gentiloni ha ribadito ancora una volta che l’accordo sul Recovery Fund è «storico, il più importante sul piano economica dopo l’introduzione dell’euro». Tuttavia, le erogazioni non arriveranno prima della «seconda parte del 2021 ad eccezione di un 10% che verrà anticipato con l’approvazione del Piano». La sfida – come ricordato anche dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen – è ora «riuscire a combinare le misure d’emergenza con le strategie per il futuro rilancio e le misure di spese con l’orizzonte di medio termine in cui la curva del debito deve tornare a scendere».


Ma per Gentiloni l’Italia deve pensare ora a trarre vantaggio dal Mes: «È un pacchetto di strumenti già disponibile». Il Commissario assicura: «Abbiamo eliminato dalle sue linee di credito le vecchie condizionalità macroeconomiche e ora è chiaramente vantaggioso per un Paese con i tassi di interesse come quelli italiani».

Sulla riforma del Patto di stabilità c’è bisogno «di regole più semplici – aggiunge Gentiloni – meno pro-cicliche e più favorevoli agli investimenti», in particolare quelli verdi. Dopo la pandemia, queste priorità sono più che mai attuali. E non possiamo sbagliare i tempi di riattivazione del Patto, non possiamo rischiare una doppia recessione».

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