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Tensione a Mondragone in attesa di Salvini. E partono le prime contestazioni – Il reportage

29 Giugno 2020 - 18:08 Angela Gennaro
Tra i palazzi sotto assedio in zona rossa e le due piazze allestite per l'occasione. L'arrivo del leader leghista spacca la cittadina

Si avvicinano le 18 e il momento dell’arrivo di Matteo Salvini e la tensione al gazebo sotto alla zona rossa comincia a salire. «Odio la Lega», intona un gruppo di contestatori, mentre alcuni cittadini di Mondragone manifestano il loro supporto. «Lo sanno tutti che in queste palazzine occupate c’è una situazione insostenibile», dice il leghista Nicola Molteni. «Le palazzine non sono occupate, lo sa?», rispondono dalla folla. Contestatori e sostenitori si mischiano. Qui davanti alle camionette dell’esercito e al confine della zona rossa, a pochi metri dal focolaio, il Coronavirus sembra non esistere. Mascherine sì. Distanze no. «Vogliamo il ripristino della legalità», dice un referente locale del partito che fu padano. Salvini «ci venisse a raccontare cosa ha fatto quando era ministro», ribattono i contestatori.

Matteo Salvini incontrerà cittadini e stampa al gazebo della Lega in via Domiziana angolo via Razzino. La Domiziana, arteria principale della zona e collegamento fondamentale tra Napoli e Roma verrà chiusa. E l’incontro avverrà esattamente all’ingresso della zona rossa, di quello che è stato chiamato il “focolaio bulgaro” della cittadina casertana. Fin dalla prima mattina è stato ingente il dispiegamento di forze dell’ordine e di vigili urbani, con squadre chiamate in soccorso anche dai paesi limitrofi.

Open/Angela Gennaro | Il gazebo da dove parlerà Salvini a Mondragone, 29 giugno 2020

La resistenza del sindaco

«Noi qui stiamo gestendo un’emergenza sanitaria. Lo sciacallaggio politico non ci piace. Diciamolo», chiosa il vicesindaco Francesco Lavanga. Il bilancio della pandemia in questo paesone di 30mila anime nel casertano conta al momento una «situazione sotto controllo»: 42 positivi nella comunità bulgara delle palazzine ex Cirio, più due positivi registrati ieri fuori, «ma sempre collegati allo stesso focolaio», dice Lavanga. E per cui sono stati attivati tutti i protocolli di isolamento e contact tracing.

Ora l’amministrazione sta effettuando tamponi a tappeto su tutta la popolazione: «Fino a questo momento ne abbiamo fatti 3mila. Vorremmo estendere il test a tutti, sì». «Avevo detto fin da subito che avremmo dovuto fare tamponi alla comunità bulgara», rivendica Giovanni Schiappa, ex sindaco e oggi a capo dell’opposizione. «Regione e comune non mi hanno ascoltato. E ora siamo qui».

Il sì dell’ex primo cittadino

Nessun problema di opportunità nella decisione di Salvini di chiamare a raccolta la cittadinanza a due passi dal focolaio, dice l’ex primo cittadino eletto con una lista civica indipendente, sebbene più spostata sul centrodestra. «Viene a portare la sua solidarietà», dice Schiappa. «Dovessero crearsi assembramenti, sono certo interverranno le forze dell’ordine. Volesse venire Giorgia Meloni, ma anche Nicola Zingaretti o Matteo Renzi, saremmo qui a chiedere la stessa cosa: la riqualificazione dell’area e il rilancio di Mondragone».

I giornalisti in città sono tanti. E tanti le richieste: «Ricevo chiamate dai miei amici in Lombardia che mi chiedono ”ma che succede? Possiamo venire?””, dice una signora fermando un fotografo. «Mi viene da ridere. Quanti contagi hanno lassù? Incredibili. Loro e Salvini».

«Abbiamo chiesto alle istituzioni di impedire la venuta del leader della Lega. Dopotutto c’è un’ordinanza della Regione che vieta gli assembramenti, no?», chiosa Grazia Di Somma di Cittadinanzattiva. In contemporanea alla visita di Salvini al gazebo e poi sul lungomare, molte sigle della società civile hanno organizzato una contro manifestazione.

«La nostra sarà pacifica e distanziata», assicurano gli attivisti. Ma sono tante le realtà in arrivo, e qualche timore sugli antagonisti c’è. Intanto sul lungomare è comparso uno striscione: «Salvini Vattene: Pensa ai problemi del tuo Nord», si legge. Nei giorni scorsi uno striscione inneggiante al leader della Lega è stato appeso da un balcone delle palazzine ex Cirio. Oggi ce ne sono altro tre, ma di tenore opposto: Non sei il benvenuto, si legge.

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