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«Al Nord ci si ammala, in Calabria no». Scoppia la bufera sullo spot dei Comuni della Locride – Video

01 Luglio 2020 - 12:27 Giulia Marchina
Il video è stato pubblicato lo scorso 26 giugno ma fino ad ora nessuno si era accorto degli slogan

«Politiche ambientali sanitarie e suicide orientate al business hanno distrutto la sanità e consentito all’inquinamento di esplodere e causato migliaia di morti». È questo l’attacco del nuovo spot pubblicitario, creato dal giornalista Klaus Davi in collaborazione con i Comuni della Locride, in Calabria, per promuovere il turismo dopo che il settore è stato messo in ginocchio dall’emergenza Covid. Sullo sfondo, immagini di ciminiere fumanti, ingorghi stradali, fabbriche a pieno regime.

Lo spot, passato quasi inosservato per qualche giorno – è stato pubblicato sul canale YouTube lo scorso 26 giugno -, comincia ad attirare le prime polemiche. Non solo immagini del Sud e delle attrazioni calabresi, ma anche claim in sovrimpressione che hanno destato qualche dubbio. Come quello in cui è scritto: «In Italia esiste un luogo dove c’è la cultura del rispetto del suolo e del distanziamento sociale. Ed è la Calabria». Poi le immagini delle spiagge del Nord Italia come Jesolo, Rimini o Rapallo, «dove il distanziamento sociale è una chimera». E intanto compaiono i paesaggi della Locride, di Africo, di Bianco, di Caraffa del Bianco, di Locri, di Siderno. 

Le reazioni

Intanto dal Veneto fanno sapere che non hanno apprezzato. Il presidente di Anci Veneto, Mario Conte, si è detto indignato: «Vergogna, vergogna, vergogna. Non c’è altro commento per questa campagna pubblicitaria che non ha il minimo rispetto di quando successo al Nord in questi mesi e che ha visto morire medici, infermieri, farmacisti ed in alcuni casi anche sindaci che sono stati fino all’ultimo minuto in trincea a fianco dei cittadini. Chi oggi lancia questo spot lucra anche su questo e non porta alcun rispetto per il territorio e per le comunità».

La risposta del creatore

Impassibile il produttore dello spot, Klaus Davi, che da anni vive in terra calabra. «Tanto rumore per nulla. Lo spot è stato applaudito dai sindaci a Siderno in sede istituzionale 4 giorni fa. Non figurano da nessuna parte le parole “malattia” e “Covid”. Ma in alcune regioni siamo in campagna elettorale e devono lucrare consenso sulla pelle dei Calabresi. Cose normali fa parte del gioco».

Il saggista svizzero naturalizzato italiano è intervenuto nel programma Newsroom di Radio Capital, spiegando che «la pubblicità comparativa esiste da 50 anni! Se solo chi apre bocca leggesse un po’ di più. Noi abbiamo solo riportato nel claim pari pari le frasi di una inchiesta di Report. Se vogliono contestarne i contenuti ci sta. Si sa, Report è una trasmissione scomoda per molti politici. Per esempio ha dimostrato che i soldi dei calabresi sono andati altrove. Forse si sono arrabbiati per quello».

Durante la stessa intervista, Davi ha dichiarato che è nei suoi progetti una candidatura come «sindaco di Reggio Calabria. Voglio guardare questa città verso il riscatto. La mia sarà una lista civica sganciata dai partiti».

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