Crisanti al veleno su Zaia: «Il suo virologo di fiducia dice che il virus non c’è più… Ordinanze? Servono i tamponi»

Il virologo ormai in rottura con i vertici regionali del veneto, lancia un paio di frecciatine a Zaia ora alle prese con un ritorno del virus

È caustico il commento del virologo Andrea Crisanti all’annuncio del presidente del Veneto Luca Zaia su nuove restrizioni a partire da lunedì. Davanti al nuovo focolaio di Vicenza, il docente dell’Università di Padova ha detto a Radio Capital: «Zaia si avvale in questo momento di due esperti, uno che coordina tutti i laboratori di microbiologia del Veneto, e l’altro che è il suo virologo di fiducia. Entrambi hanno firmato la lettera di Zangrillo che dice che il virus non ci sta più, e ora improvvisamente lo riscopre?».


Nella conferenza stampa di oggi, 3 luglio, Zaia ha duramente criticato il ritorno di comportamenti sbagliati per il contenimento dei contagi, a cominciare dagli assembramenti sempre più frequenti. Ma il presidente si è scagliato anche contro chi si rifiuta di sottoporsi ai tamponi, per i quali ha detto che «ci vorrebbe il Tso».


Ma per Crisanti più che il pugno duro, ci vorrebbe l’applicazione delle regole che già ci sono: «Ci sono disposizioni ministeriali per chi disattende le misure di quarantena. Zaia dice che non basta la multa di mille euro? Sarebbe interessante cominciare a farle, le multe».

Contro il nuovo focolaio e la minaccia che altri possano nascere, Crisanti ribadisce la bontà del metodo che finora ha evitato al Veneto scenari peggiori: «Non si tratta di fare ordinanze più severe o meno, ma di capire l’origine dei focolai e applicare le misure per spegnerli. La ricetta ce l’abbiamo: fare il tampone a tutti i contatti, amici, parenti e vicini. Non si sono altre ipotesi».

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