Il 13 luglio 2020 il giornalista Cesare Sacchetti, definito da Luciano Capone «blogger sovranista», pubblica un tweet in cui sostiene che Ansa abbia, sotto il fantomatico controllo di un inventato e complottista «nuovo regime mondialista», fatto diventare le foibe da crimine del comunismo a crimine del fascismo. In che modo? Attraverso la pubblicazione di un video intitolato «Mattarella e Pahor a Basovizza commemorano le vittime del fascismo» nel giorno in cui entrambi i Presidenti hanno commemorato le vittime delle foibe.

Sacchetti non ha dubbi e scrive nel tweet: «È difficile pensare che quello che ha scritto @Agenzia_Ansa sia una semplice svista. Nella foiba di Basovizza venivano gettati i cadaveri degli italiani massacrati dai partigiani di Tito. Nel nuovo regime mondialista, i crimini del comunismo sono diventati del fascismo». Sacchetti, però, non racconta tutto e di fatto disinforma accusando ingiustamente Ansa.

Oltre al titolo di Ansa, che fa riferimento a vittime del fascismo a Basovizza, leggiamo il sommario che risulterà utile per la verifica dei fatti: «I presidenti italiano e sloveno hanno deposto una corona di alloro e si sono tenuti per mano in silenzio». Ciò che Sacchetti ignora e non racconta è che una «corona di alloro» è stata deposta nel monumento dedicato a quattro «vittime del fascismo» a Basovizza. Lo avevamo raccontato su Open:
Mattarella e Pahor hanno fatto visita alla Foiba di Basovizza, dove morirono almeno duemila italiani nel 1945 per mano dei titini, e al monumento che ricorda l’uccisione di quattro antifascisti sloveni, fucilati dai fascisti nel 1930.

Si tratta del monumento dedicato a Ferdo Bidovec, Fran Marušič, Zvonimir Miloš e Alojzij Valenčič, tutti e quattro membri dell’Organizzazione Rivoluzionaria della Venezia Giulia TIGR (Trst-Istra-Gorica-Reka), storicamente antifascista, e noti come gli «Eroi di Basovizza».

Il monumento non riporta soltanto le quattro persone fucilate, ma anche un elenco delle profanazioni da parte dei neofascisti italiani:

Chi sono gli «Eroi di Basovizza» e perché hanno ottenuto tale titolo? Sembra assurdo dover ricordare che all’epoca non c’è stata una partita di briscola tra amici in un bar triestino, ma uno scontro armato dove i quattro erano estremamente coinvolti in quanto parte di un’organizzazione nata per combattere l’italianizzazione forzata, definita «snazionalizzazione», degli sloveni e dei croati ad opera del fascismo.

Non essendo stato un incontro tra gentiluomini, i quattro furono colpevoli di diversi attentati come quello alla redazione del quotidiano fascista Il Popolo di Trieste dove perse la vita il redattore Guido Neri. Sebbene qualcuno in Italia li definisca terroristi, per gli sloveni sono quattro eroi antifascisti che lottarono e che persero la vita in difesa dell’identità nazionale a cui appartenevano, contro un’imposizione nazionalista straniera. Da entrambi i paesi c’è un riconoscimento degli errori commessi, l’omaggio dei due Presidenti a questi luoghi simbolici del ricordo serve proprio per non dimenticare la storia in tutte le sue sfumature. Negare una parte è disinformazione.
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