L’ex medico di Lampedusa Bartolo sulla foto del corpo del migrante abbandonato in mare: «Fate andare me a recuperarlo. È un essere umano ed è morto»

Da più di 15 giorni il cadavere di un migrante vaga nel Mediterraneo, senza che nessuno vada a recuperarlo

Da più di 15 giorni il corpo di un migrante, sorretto da un relitto di gommone, vaga nel Mediterraneo, senza che nessuno vada a recuperarlo. Un’immagine che ha scosso, tra gli altri, anche Pietro Bartolo, ex medico di Lampedusa, oggi Europarlamentare in quota Pd. «È una vergogna, nemmeno un cane si lascia in quelle condizioni. Sono incredulo. Abbiamo superato ogni limite», dice Bartolo in un’intervista a Repubblica. E si offre di andare a recuperare quel cadavere: «Se mi portano, lo prendo io con le mie mani. È un essere umano ed è morto, non ruba il lavoro a nessuno, non mette a rischio la sicurezza del Paese».


«Abbiamo perso il senso della misura», continua. E si appella alla ministra Luciana Lamorgese affinché «mandi le motovedette della Guardia Costiera». Bartolo si offre di eseguire lui l’ispezione cadaverica, anche se non è un medico legale: «Quando ero a Lampedusa mi occupavo delle ispezioni cadaveriche, era il mio modo per ridare dignità a quelle persone. I migranti sono persone non sono numeri: li ho toccati, li ho visitati, li ho ascoltati. Il colore non è un problema, è solo un vestito».


L’appello alla ministra dell’Interno: dia alla Guardia Costiera l’ordine di uscire con le motovedette. Abbiamo perso il senso della misura. Mi offro io di recuperare quel corpo, se necessario vado a fare l’ispezione cadaverica. Quando ero a Lampedusa mi occupavo delle ispezioni cadaveriche, era il mio modo per ridare dignità a quelle persone. I migranti sono persone non sono numeri: li ho toccati, li ho visitati, li ho ascoltati. Il colore non è un problema, è solo un vestito.

Ripercorre con la mente il naufragio del 2013: «Andammo sott’acqua a 60 metri di profondità. Trovammo due corpi che non erano nemmeno sul barcone naufragato». Infine, sul voto alla Camera sulle missioni militari, su cui ieri, 16 luglio, si è spaccata la maggioranza: «Ammiro chi ha votato contro. Vergognoso che il governo continui a pagare i libici che hanno dei centri di detenzioni che sono dei veri e propri lager. La dignità umana non si baratta».

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