L'annuncio è stato fatto dal premier al termine della riunione del Comitato interministeriale per gli affari europei
Dopo aver ottenuto 209 miliardi in sussidi e prestiti dall’Unione europea per la ripartenza post-Covid (il Recovery Fund), l’Italia adesso dovrà decidere come spenderli. Per farlo il premier Giuseppe Conte ha deciso di affidarsi all’ennesima task force, questa volta composta dal Comitato tecnico di valutazione da una cabina di regia parallela. L’annuncio è arrivato dal premier alla riunione del 28 luglio del Comitato interministeriale per gli affari europei dopo il voto in Senato che ha dato l’ok alla proroga dello stato d’emergenza in Italia fino al 15 ottobre, nonostante le critiche e il “no” dell’opposizione.
Come parte dell’accordo per il Next Generation Eu, l’Italia dovrà elaborare un piano di riforme credibile e ambizioso da presentare alla Commissione europea entro ottobre. «Si lavorerà anche ad agosto, abbiamo tempi strettissimi. Non partiamo da zero, ma dal programma della consultazione nazionale di Villa Pamphili», ha detto Conte, in riferimento agli Stati Generali di fine giugno. La scadenza dovrebbe coincidere con la fine dello stato di proroga, il 15 ottobre.
Regolato dal Decreto del Presidente della Repubblica del 2 luglio 2015, il Comitato Tecnico di Valutazione (CTV) prepara le riunioni del Comitato Interministeriale per gli Affari Europei (CIAE). Ha il compito di raccogliere e coordinare le istanze espresse dalle varie amministrazioni sulle proposte europee, istanze che vengono trasmesse in seguito ai rappresentanti italiani incaricati di sottoporle a loro volta alle istituzioni europee. La cabina di regia invece dovrebbe essere composta dai ministri interessati (Economia, Sviluppo economico, Infrastrutture, Sud, Innovazione, forse anche i rappresentanti di Regioni e Comuni) e presieduta dallo stesso premier.
Abusi ed episodi di razzismo. In sintesi, sono queste le accuse alla base del polverone che si sta abbattendo nei confronti di uno degli show più seguiti d’America: il The Ellen DeGeneres Show. A scatenare la bufera, un articolo scritto dal quotidiano online BuzzFeed. Il sito racconta di aver raccolto una decina di testimonianze da dipendenti o ex dipendenti della produzione del programma. Tutti i racconti hanno un unico comune denominatore: parlano di un «ambiente di lavoro tossico». Nelle ultime ore, il sito Variety ha fatto sapere che la WarnerMedia avrebbe avviato «un’indagine interna».
Le testimonianze
Il razzismo
Non ci sarebbero solo i soprusi e gli abusi. Ci sarebbe anche del razzismo nel dietro le quinte dell’Ellen Show. Una donna nera ha infatti raccontato a BuzzFeed di essere stata “umiliata” sul lavoro proprio per il suo essere afroamericana. «A una festa di lavoro, uno degli autori mi disse: “Mi dispiace, conosco solo i nomi delle persone bianche che lavorano qui” e i colleghi sono scoppiati a ridere anziché difendermi».
Secondo quanto racconta, quando ha evidenziato le discriminazioni il suo capo avrebbe reagito così: «Ogni volta che sollevavo il problema con il mio capo, lui tirava fuori storie di amici neri a caso e di come fossero stati in grado di gestire queste situazioni. Usava queste storie per dire: “Capisco i tuoi problemi”, ma sono tutte stronz*te».
Non è finita qui. La stessa donna si è poi accorta di percepire metà dello stipendio di un suo collega a parità di mansione. Ha denunciato quindi la cosa ai vertici della società, invano, finché il produttore Ed Glavin non l’ha convocata per un colloquio: «Disse che me ne andavo in giro sembrando risentita e arrabbiata». Stanca di essere messa in secondo piano come lavoratrice, la donna si è licenziata.
DeGeneres e David Letterman
Altre testimonianze di abusi
Il racconto si snoda poi su altri piani, e vengono a galla ulteriori episodi interni all’azienda. Come la storia di un uomo che ha raccontato di essersi assentato per un mese: era stato ricoverato in ospedale per aver tentato il suicidio. Rientrato al lavoro, la direzione gli ha fatto sapere che il suo ruolo all’interno dell’azienda era stato eliminato.
Ma c’è anche il dipendente a cui la produzione di Ellen DeGeneres avrebbe intimato di fermare la raccolta fondi avviata su GoFundMe per potersi pagare le spese mediche che l’assicurazione sanitaria dell’azienda non copriva. «Si infuriarono con me. Erano molto più preoccupati per l’immagine di Ellen che di aiutarmi». Un mese più tardi lo avrebbero licenziato per aver pubblicato sui social una foto con alcuni colleghi: mossa ritenuta una violazione del contratto.
Un dipendente ha commentato così i fatti degli ultimi anni: «Le persone si concentrano sui pettegolezzi che dicono che Ellen sia una persona meschina, ma non è questo il problema. Il problema sono i tre produttori esecutivi che sono responsabili di tutte queste persone. Ritengono che tutti quelli che lavorano allo show siano fortunati. Perciò se hai un problema, dovresti andartene e assumeranno un altro perché tutti vorrebbero lavorare lì. Non parlano mai delle persone licenziate. Il venerdì mattina facciamo una riunione e a volte, persone che hanno lavorato da sempre con noi, non ci sono più. Sparite senza che nessuno spieghi niente».
La replica dei produttori
DeGeneres e Michelle Obama
«Nel corso di quasi vent’anni, 3.000 episodi e 1.000 membri dello staff, ci siamo sforzati di creare un ambiente lavorativo aperto, sano e inclusivo». Comincia così il comunicato stampa rilasciato dai produttori esecutivi del programma, Ed Glavin, Mary Connelly e Andy Lassner. Con una nota hanno rispedito le accuse a BuzzFeed, spiegando: «Abbiamo il cuore spezzato e siamo dispiaciuti di apprendere che anche una sola persona nella nostra famiglia abbia vissuto un’esperienza negativa. Non è ciò che siamo, ciò che cerchiamo di essere e non è la missione che Ellen ci ha affidato. Per la cronaca, la responsabilità giornaliera dello show è completamente nostra. Prendiamo tutto ciò molto seriamente e ci impegniamo a fare di meglio. Faremo di meglio».
Il DeGeneres pensiero
Quello che sta accadendo nell’entourage di DeGeneres è una bella batosta. Lo show, attivo dal 2003, è uno dei più premiati all’interno del panorama statunitense – candidature a go-go per gli Emmy Awards, per dire -, è un programma riconosciuto e citato nella cultura di massa Usa ed è certamente uno dei più quotati perché capace di coinvolgere moltissimi dei protagonisti del jet set. La sua conduttrice, Ellen DeGeneres che dà il nome al programma, è una star acclamata fin dagli albori della carriera. Dopo un passato da attrice e doppiatrice, si è guadagnata la conduzione di un format destinato a diventare assai popolare. Nel 2011, Forbes dichiara che, insieme a sua moglie, Portia De Rossi, formano una delle coppie più potenti del mondo.
DeGeneres e la moglie Portia De Rossi
Per Ellen il motto, nella vita e nel lavoro, è sempre stato: «Sii gentile». Un’espressione che l’ha portata più volte a spendersi per gli altri, anche economicamente. Eppure, c’è chi, tra le fila del suo programma, ha rivelato: «Quella storia del “Sii gentile’ è una caz**ta che accade solo quando le telecamere sono accese. È solo per lo show. So che danno soldi alle persone e le aiutano, ma è solo per fare spettacolo».
BuzzFeed che, ricordiamo, ha raccolto le storie che avete letto, precisa che la maggior parte degli impiegati accusa i produttori esecutivi di aver creato un ambiente tossico. Dunque Ellen DeGeneres sarebbe “pulita”: «Tuttavia, se vuole che lo show porti il suo nome, dovrebbe essere più coinvolta nel controllare cosa succede. Penso che i produttori che la circondano le dicano “Va tutto bene, sono tutti felici” e lei ci crede, ma è una sua responsabilità andare oltre ciò che le viene detto».