L’ultimatum di Conte alla Puglia: «Doppia preferenza di genere per le elezioni o interverrà il governo»

Due le strade ipotizzate: o un decreto legge del governo centrale oppure la nomina di un commissario

La Puglia deve adeguare alla normativa nazionale il sistema elettorale – e dare l’ok alla doppia preferenza di genere – e il tempo è agli sgoccioli. Il rischio è quello di incorrere in ricorsi che potrebbero annullare l’esito delle elezioni del 20 e 21 settembre. Il governo, su proposta del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, aveva inviato formale diffida: o la regione adeguava la legge elettorale ai principi delle pari opportunità tra donne e uomini nell’accesso alle cariche elettive (quindi con la doppia preferenza di genere) entro il 28 luglio o lo avrebbe fatto Roma.


E la fumata, al consiglio convocato per il 28, è stata nera: la legge che garantisce la parità di genere nelle liste elettorali non passa, non si riesce a raggiungere il numero legale. Ora l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte dà un’ultima possibilità, una eventuale seconda convocazione del Consiglio regionale per dare l’ok alla doppia preferenza di genere oppure è già pronta una bozza di decreto del governo centrale.


«Non possiamo accettare che la Regione Puglia non recepisca il principio fondamentale di parità tra uomo e donna per l’accesso alle cariche elettive. Lo Stato non può retrocedere sul punto», dice il premier in serata. Prende atto, spiega, «delle disponibilità di alcuni gruppi regionali ad approvare urgentemente la norma», e aspetta «che si completi il processo nelle prossime ore».

Ma se così non fosse, l’esecutivo è pronto «a esercitare i poteri sostitutivi». Le strade possibili, scrive l‘Ansa, sono quella di un decreto legge o della nomina di un commissario.

In copertina Wikipedia | Il palazzo della Regione Puglia

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