Gli Emirati attivano la prima centrale nucleare del mondo arabo. Allarme degli analisti: «Reattore sbagliato nel posto sbagliato»

Costruito vicino alla città di Braka, l’impianto di Barakah dovrebbe fornire il 25% dell’energia a tutto il Paese. Ma gli esperti sono scettici e preoccupati

Il piccolo Stato del Golfo ha annunciato oggi l’entrata in funzione della sua centrale nucleare: la prima in assoluto per Abu Dhabi e per il mondo arabo. L’impianto si trova a Barakah, vicino la città di Braka, sulla costa del Golfo Persico, a 300 km dalla capitale. «Gli Emirati sono riusciti con successo ad accendere il primo reattore della centrale di Barakah», ha scritto su Twitter il premier Mohammed bin Rashid al Maktoum.


Per Hamad Alkaabi, rappresentante degli Emirati Arabi presso l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, si tratta di «una pietra miliare nel cammino per fornire energia pulita alla nazione». Secondo il governo il nuovo impianto fornirà il 25% dell’energia a tutto il Paese. La sua entrata in funzione era in programma nel 2017 ma ha subìto vari ritardi.


Anche l’Arabia Saudita – primo esportatore al mondo di petrolio – ha annunciato l’intenzione di fare altrettanto: costruire fino a 16 reattori nel Paese, anche se non ha ancora avviato nessun progetto. Ma la politica energetica di Abu Dhabi preoccupa, e non poco, osservatori e analisti. Secondo Paul Dorfman, Research Fellow all’Istituto di Energia della University College London, fondatore e direttore del Nuclear Consulting Group dice della centrale di Barakah: «È il reattore sbagliato, nel posto sbagliato, e nel momento sbagliato».

Negli ultimi anni almeno 13 attacchi sono stati condotti contro alcuni reattori della regione mediorientale. E la centrale emiratina – dice Dorfman ad Al Jazeera – sebbene sia relativamente moderna, non ha ciò che è noto come Generation III Defence-in-Depth. Ovvero non dispone di una protezione aggiuntiva da un incidente aereo o attacco missilistico».

Intanto, dopo il lancio della prima missione araba su Marte, gli Emirati sembrano intenzionati a fare sul serio e a imporre la loro influenza economica e politica sulla Regione. Dopo aver trascinato e incoraggiato l’intervento saudita in Yemen, ora l’enigmatico emiro Mohammed bin Zayed, fratello dell’attuale sovrano – come descritto in un lungo ritratto sul New York Times – potrebbe presto emergere come «una delle figure più potenti della Regione».

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