Olanda, 14enne siriano si toglie la vita dopo 9 anni da profugo. I genitori: «Era esausto, sognava una casa e l’università»

Ali era un rifugiato, in fuga con la sua famiglia dal 2011 a causa della guerra

Si chiamava Ali Ghezawi e sognava di fare il cardiochirurgo. Dopo nove anni passati da profugo, senza una casa, il ragazzo siriano di 14 anni si è tolto la vita. È successo a Glize, nella regione olandese del Limburgo. La decisione del giovane Ali è arrivata dopo che l’Olanda ha rifiutato la sua richiesta di asilo. A raccontare la sua storia sono i suoi genitori, Ahmad e Aisha.


La coppia ha parlato al quotidiano olandese Het Parool: Ali si è tolto la vita nel centro per famiglie di profughi respinti, perché era esausto di vivere senza casa e vedersi respingere la possibilità di un futuro da quasi 10 anni. La famiglia Ghezawi, composta da altri 5 fratelli e sorelle, era fuggita nel 2011 da Daraa, città in Siria, a causa della guerra.


Libano, Spagna, Paesi Bassi. Anni di rimbalzi da un Paese a un altro. In Olanda poi il loro permesso era scaduto e avevano dovuto fare ritorno in Spagna. Anche qui, a causa dei documenti scaduti, la famiglia era stata buttata fuori dal Paese. L’ultimo tentativo lo hanno fatto nei Paesi Bassi una seconda volta, ma anche lì, di nuovo, non sembrava esserci modo di restare.

«Quando abbiamo saputo che non potevamo rimanere in Olanda ad Ali è scattato qualcosa», ha raccontato la madre. «In Olanda si sentiva al sicuro». Il fratello minore, Mohammad di 12 anni, ha poi mostrato ai giornalisti un libro in inglese che Ali stava leggendo in quel periodo. Il libro si intitola “Anatomy”, di oltre mille pagine. È un manuale. «Studiava come funziona il nostro corpo – ha detto – mio fratello parlava 5 lingue. Anche l’olandese».

Foto copertina: ANSA, EPA/SEDAT SUNA

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