La scuola dell’innovazione è già un buco nell’acqua. I produttori di banchi bocciano il bando Arcuri: «Decideremo noi tempi e modalità»

I banchi innovativi sono solo il 17% di quelli ordinati dai dirigenti scolastici. Le aziende contro il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus: «Impossibile rispettare le consegne»

Ancora prima dell’inizio dell’anno scolastico il ministero dell’Istruzione rischia già una bruciante bocciatura. A rimandare Lucia Azzolina e il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri, sono presidi e fornitori di banchi. La scuola dell’innovazione – con banchi monoposto a rotelle e sedie integrate – non ottiene la sufficienza.


I dirigenti scolastici hanno chiesto al ministero dell’Istruzione 2,5 milioni di banchi singoli: 2.540.236, per la precisione, come riportato da la Repubblica. Ma le richieste di banchi innovativi – per cui la ministra Azzolina si era spesa, provandoli in diretta tv e garantendone la qualità – da parte degli istituti sono state solo il 17% del totale: circa 400mila.


«Pezza peggiore del buco»: la protesta dei fornitori di banchi

Il bando per la realizzazione di 3 milioni di banchi monoposto – di cui ben 1,5 milioni innovativi – era stato indetto prima che arrivasse la risposta delle scuole con una cifra precisa, ed era previsto in scadenza per il 30 luglio. Ma Arcuri – dopo le proteste delle aziende italiane – ha prolungato il termine per la presentazione dei progetti al 5 agosto. «Una pezza peggiore del buco», aveva commentato Assufficio di FederlegnoArredo, a cui aderiscono i produttori e i distributori italiani dell’arredo scolastico.

Le aziende italiane avevano già criticato il bando per i tempi considerati troppi stretti. I produttori lamentano che le linee guida non tenevano conto – e continuano a non farlo – della reale capacità produttiva dei fornitori. Un’impresa che le aziende hanno definito impossibile. Troppi i 3 milioni di banchi da realizzare e consegnare entro la fine di agosto.

Slitta la consegna, il pasticcio resta

Con le nuove scadenze la firma degli aggiudicatari slitta al 12 agosto e i tempi di consegna all’8 settembre. Il primo a sfilarsi dalla partecipazione al bando era stato Stefano Ghidini, imprenditore e proprietario dell’azienda C2 group, dopo che la foto dei suoi banchi era stata presentata in conferenza stampa da Azzolina: «È stato banalizzato il nostro lavoro. Non ci sono le condizioni», aveva detto.

«L’ acquisto centralizzato di 3,7 milioni di pezzi tra banchi monoposto e sedute, è pari ad oltre la produzione di cinque anni di tutte le aziende nazionali certificate per fornire arredamento alla pubblica amministrazione», aveva sottolineato Assufficio.

Un bando fatto slittare, ma che i fornitori italiani hanno definito un pasticcio: «Verrebbe da dire tanto rumore per nulla: ma davvero la ministra Azzolina e il commissario Arcuri pensano che slittare di cinque giorni possa essere la soluzione? I quantitativi non sono certo diminuiti e le ore di una giornata non siamo ancora riusciti a moltiplicarle».

Le aziende: «Le cose impossibili restano impossibili»

Ad Arcuri non era piaciuto il dietrofront dei produttori italiani. Redarguiti dal commissario – che aveva invitato a evitare polemiche e alimentare divisioni – le aziende italiane di edilizia scolastica, dopo aver ribadito l’inconsistenza della proposta di Arcuri, hanno lanciato un’unica grande Ati (associazione temporanea di imprese) in modo da presentare un’offerta per la produzione di banchi monoposto e a rotelle. Ma le modalità e tempistiche saranno diverse da quelle richieste dal bando.

«Nessuno può dirci che non ci abbiamo provato e messo buona volontà, ma – ha fatto sapere Assufficio – le cose impossibili restano impossibili. Presenteremo un’offerta, ma rispondente a requisiti che sappiamo di poter soddisfare. Non siamo abituati a sfogliare il libro dei sogni irrealizzabili. Ci auguriamo che finalmente si facciano i conti con la realtà».

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