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Furbetti del bonus, Italia Viva al contrattacco. Nobili insiste: «Noi non siamo coinvolti»

10 Agosto 2020 - 19:04 Marco Assab
Secondo le ultime indiscrezioni un parlamentare di Italia Viva avrebbe comunque richiesto il bonus, senza ottenerlo. Ma il deputato renziano è netto: «Noi non c'entriamo»

Con questa storia «Italia Viva non c’entra nulla, è gravissimo che sia stata chiamata in ballo, valuteremo tutte le forme per tutelarci». Il deputato di Iv Luciano Nobili, raggiunto da Open, è fermo nello smentire categoricamente ogni coinvolgimento del suo partito nello scandalo dei parlamentari che hanno chiesto il bonus autonomi da 600 euro.

Parole che arrivano in concomitanza con le ultime indiscrezioni pomeridiane finite su siti e agenzie di stampa. Quelle che hanno dato nuove dimensioni allo scandalo: solo tre dei 5 parlamentari “incriminati” avrebbero effettivamente ricevuto il bonus. Non quello di Italia Viva che, però, da quel che riferiscono alcune fonti parlamentari interpellate da Repubblica e Ansa, l’avrebbe richiesto.

Il presidente di Iv, Ettore Rosato, ha specificato di aver avuto chiarimenti dal presidente dell’Inps Raffaele Tridico, ma nelle sue parole non è chiaro se quest’ultimo abbia confermato che tra i parlamentari del movimento di Matteo Renzi non ci siano state nemmeno richieste. Insomma, il dubbio resta.

Onorevole Nobili, voi smentite ogni coinvolgimento di Italia Viva, è così?

«La vicenda è grave. Sono ormai due giorni che si discute di questo e non c’è nessuna comunicazione ufficiale dall’Inps, né in un senso né in un altro. Non c’è una comunicazione che confermi quello che ha scritto Repubblica, o che lo smentisca. Così come non c’è una comunicazione che denunci una fuoriuscita di dati sensibili. Forse il presidente Tridico è in vacanza. D’altronde la sua gestione dell’Inps non ha brillato per efficienza, ci sono ancora italiani che purtroppo aspettano di ricevere quanto gli spetta. Quindi non ci stupiamo da questo punto di vista. Ma è incredibile che Inps non dica una sola parola in 48 ore su questa vicenda».

Ma voi come fate ad essere sicuri che nessun parlamentare di Italia Viva c’entri?

«I nostri presidenti, tra cui Ettore Rosato, hanno fatto tutte le verifiche del caso. Hanno parlato con tutti i nostri parlamentari e non ci risulta in nessun modo che qualcuno abbia percepito il bonus dei 600 euro. La cosa è particolarmente grave, perché nel momento in cui sai che nessuno ha ricevuto questo bonus, leggere il solito fango sparso col ventilatore, colpendo una forza politica precisa, fa impressione. Ovviamente chi ha percepito quel bonus ha sbagliato in maniera molto grave e molto stupida. In un momento del genere è bene che la politica dia il buon esempio, pur non avendo commesso alcun reato. Andiamo verso un referendum che è molto intriso di populismo, è bene quindi che la politica dimostri serietà in un momento del genere. Chi ha percepito questo bonus ha fatto un grave errore, ma Italia Viva non c’entra nulla, è gravissimo che sia stata chiamata in ballo, valuteremo tutte le forme per tutelarci».

Dalle ultime indiscrezioni, però, non si capisce se tra i 2 che hanno chiesto il bonus, e non lo hanno ricevuto, ci sia anche un parlamentare di Italia Viva.

«Le ripeto, a noi risulta che nessuno di noi sia coinvolto. E così ci è stato confermato. Che un nostro parlamentare abbia preso il contributo è una fake news. Ora approfondiremo ma insomma il punto è questo. Siamo stati accusati di una cosa non vera».

Andava messo un tetto al reddito di chi può ricevere il bonus?

«Tutti gli interventi che sono stati fatti più avanti hanno avuto tetti, limiti, vincoli, come è giusto che sia, penso ad esempio al bonus vacanze. Ma in quel momento quello fu il primo bonus assegnato (i 600 euro ndr.) e l’idea, un po’ sul modello Draghi dell’helicopter money, era quella di dire: nel momento in cui chiediamo di fermarsi per il lockdown allo stesso tempo diamo un contributo per sopportare questo stop. Inoltre visto il tempo che Inps ci ha messo, e ancora non ha completato il lavoro, a erogare i contributi con i vincoli, probabilmente se avesse avuto i paletti anche questo primo contributo per le partite iva in tanti non lo avrebbero ancora ricevuto, vista proprio l’efficienza di Inps».

Siete d’accordo che i nomi dei cinque parlamentari debbano essere resi pubblici?

«Lo ha chiesto per prima Teresa Bellanova (presidente di Italia Viva ndr.). Noi vogliamo che sia fatta chiarezza. Al di là dei nomi resi pubblici, sarebbe opportuno che lo facessero gli interessati per primi. Se avesse riguardato me sarei stato il primo a dichiararlo e a spiegare il perché. E questo suggerisco a chiunque si trovi in questa condizione».

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