Coronavirus, la Russia registra il primo vaccino al mondo. L’Oms avverte: «Dovrà passare rigorosa valutazione». I dubbi della Germania: «Da irresponsabili»

Sarà volontario e il Ministero ha diffuso la prima foto. La vaccinazione di massa partirà ad ottobre e sarebbe stato testato anche su una delle figlie del presidente

Il presidente russo Vladimir Putin ha stretto i tempi persino sul già serrato calendario annunciato nei giorni scorsi. E questa mattina ha confermato di aver registrato il primo vaccino al mondo contro il Coronavirus. L’antidoto avrebbe superato la fase di test e sarebbe, dunque, già pronto per la distribuzione di massa: «Stamattina per la prima volta al mondo un vaccino contro la nuova infezione da Coronavirus è stato registrato», ha detto il presidente.


Ma l’Oms frena: prima di poter ottenere l’approvazione dell’Organizzazione mondiale della sanità il vaccino dovrà essere sottoposto a «rigorosi esami e valutazioni di tutti i dati richiesti sulla sicurezza e l’efficacia» ha detto oggi un suo portavoce, Tarik Jasarevic, in conferenza stampa a Ginevra.


I dubbi di Berlino sulla qualità del prodotto

Il ministro della salute tedesco Jens Spahn ha espresso dubbi sulla «qualità, l’efficacia e l’assenza di rischio» del vaccino russo. Lo ha fatto sapere il portavoce alla testata RND. «L’autorizzazione di un vaccino in Europa – ha detto il portavoce – richiede sufficienti conoscenze di test clinici per provare l’efficacia e l’assenza di rischio oltre alla prova della qualità farmaceutica».

Anche il presidente dell’associazione federale medica tedesca, Klaus Reinhardt, ha avuto da ridire. Reinhardt ha duramente criticato l’autorizzazione al vaccino: «La registrazione di un vaccino senza la terza serie decisiva di test la considero un esperimento ad alto rischio per l’essere umano» ha detto alla testata Rheinische Post. «Vaccinare interi gruppi di popolazione a questo stadio di sviluppo è irresponsabile. Potrebbe trattarsi di una misura populista di uno stato autoritario che vuole mostrare al mondo la sua forza».

A ottobre le prime vaccinazioni

Secondo quanto riportato dalle principali testate internazionali, il vaccino è stato sviluppato dal Gamaleya Institute di Mosca e già ad ottobre dovrebbe iniziare la campagna di vaccinazione di massa. Nei giorni scorsi, il ministro della salute russo Michail Murasko aveva già fatto sapere che i preparativi erano quasi ultimati e che il 12 agosto sarebbe stata possibile la registrazione formale. Il presidente russo, però, ha scelto di anticipare il calendario di un giorno, formalizzando la registrazione oggi, 11 agosto.

Per Putin la vaccinazione dovrà essere «assolutamente volontaria». «So che altre istituti stanno lavorando su vaccini simili in Russia. Auguro successo a tutti gli specialisti. Dovremmo essere grati a coloro che hanno fatto questo primo passo estremamente importante per il nostro Paese e per il mondo intero», ha detto il presidente russo, come riporta l’agenzia stampa Tass.

La sperimentazione

Una prima fase di sperimentazione sarebbe stata fatta su 38 pazienti pagati, che sarebbero risultati immuni al virus. Un’altra fase della sperimentazione è in corso all’interno delle forze armate russe e durerà due mesi. Secondo il programma approvato dal ministero della Salute, l’antidoto sarà dato prima di tutto ad anziani, insegnanti ed operatori sanitari e le spese saranno interamente coperte dallo Stato. Secondo alcuni siti di informazione russi, il presidente avrebbe aggiunto che anche una delle sue figlie ha partecipato all’ultima sperimentazione. Dopo un giorno di febbre sarebbe risultata immune.

La foto del primo vaccino e il nome

Gazeta.ru | Le fiale del primo vaccino anti Covid al mondo

Dal ministero della salute, poi, hanno mostrato le immagini del primo vaccino che dovrebbe chiamarsi “Sputnik”, come il primo satellite artificiale mandato in orbita attorno alla Terra. Le fiale avranno tappi di due colori diversi: rosso e blu. Una per la prima somministrazione e una per il richiamo, come precisano dal Ministero in una nota. Lo riporta Gazeta.ru. «Questo tipo di somministrazione, in due fasi, permetterà una risposta immunitaria più efficace», precisa la nota.

La risposta degli USA

Piccata la risposta degli USA: «Il punto è avere un vaccino sicuro per gli americani e per il mondo, non essere i primi» ha detto il ministro della Sanità americano, Alex Azar, in un’intervista a ABC.

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