Pregliasco a muso duro sulla movida: «Ho visto video aberranti, il comitato tecnico era contrario a riaprire le discoteche»

In un’intervista al Il Fatto Quotidiano il virologo commenta la riapertura delle discoteche e i nuovi casi di contagi che ne sono scaturiti. E raccomanda: «Mascherine e niente baci»

Ormai le notizie di giovani che rientrano dalle vacanza all’estero con il Coronavirus sono all’ordine del giorno. Il 10 agosto è stato il turno di sette ragazzi tornati positivi da una vacanza in Grecia, oggi di un altro gruppo tornato dalla Croazia. Per non parlare poi degli assembramenti in discoteca senza mascherina. «Ho visto video aberranti», commenta il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’istituto Galeazzi di Milano, che in un’intervista a Il Fatto Quotidiano analizza la scelta del governo di far riaprire le discoteche e i conseguenti casi di contagio.


La riapertura delle discoteche

«Il comitato tecnico scientifico non era d’accordo, aveva espresso cautela – spiega il virologo in relazione alla riapertura delle discoteche all’aperto –. La scelta è stata frutto di un compresso, e comunque dipende dalle Regioni». Un compromesso considerato necessario per permettere anche a chi gestisce locali notturni di tornare a lavorare dopo il lockdown.


Il fattore rischio anche all’aperto

Ma anche chi frequenta le discoteche all’aperto non è automaticamente al riparo dal contagio. Al chiuso si concentrano le goccioline mentre la ventilazione aiuta a disperdere il droplet, il veicolo di contagio. Ma dipende anche da cosa fai all’aperto – continua Pregliasco -: un conto è un concerto di musica classica, dove le persone sono sedute, ferme e in religioso silenzio. Possono starci anche mille persone. Un altro è che quelle mille persone urlano e si avvicinano tra loro, come accade in discoteca».

Essenziale dunque indossare le mascherine, sempre e comunque, proprio come si fa con gli occhiali da sole d’estate. Altra precauzione riguarda il distanziamento fisico, da non trascurare. «Le persone tendono a salutarsi come prima, a offrire la mano: anche a me capita spesso – racconta Pregliasco -. Ma anche quel semplice bacio di sfuggita sulle guance può rappresentare un rischio».

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