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Palermo, picchiata giornalista che stava filmando lo sgombero di una tendopoli in spiaggia: «Testate, calci e indifferenza»

16 Agosto 2020 - 12:52 Redazione
«Dovrò fare degli accertamenti perché ho molti dolori al torace. Ho chiesto aiuto, mi hanno detto 'no'. C'era anche chi faceva un video con il telefono cellulare»

Stava riprendendo lo sgombero di una tendopoli nella spiaggia di Barcarello, nella borgata marinara di Sferracavallo a Palermo, ed è stata aggredita insieme a un’amica da un gruppo di una trentina di persone. È quanto accaduto a una cronista, presa a calci e pugni, e ‘salvata’ dall’intervento dei carabinieri. Stava riprendendo lo sgombero di una tendopoli spontanea che da qualche giorno si era creata sulla spiaggia palermitana. Operazioni che si stanno ripetendo in questi giorni, dato il divieto di accampamenti.

Il racconto

«In tanti anni di attività non avevo mai visto una cosa così. La rabbia, la violenza senza motivo sfogata senza remore», racconta la cronista. «Quello che ferisce di più però è stata l’indifferenza di tanti che hanno assistito alla scena. Ho chiesto aiuto, mi hanno detto ‘no’. C’era anche chi faceva un video con il telefono cellulare».

Alla richiesta di non riprendere i bambini da parte di una signora, la giornalista aveva assicurato che non li avrebbe inquadrati. «Ma in quell’istante un gruppo si è scagliato contro di me. Mi sono ritrovata per terra. Contro di me schiaffi, calci, pugni. Una ragazza mi ha dato dei pugni sul naso. Erano donne, tante. Gli uomini guardavano. La mia amica, che mi attendeva in auto, mi ha raggiunto per difendermi ma anche lei è stata aggredita. Un uomo le ha dato un calcio facendola cadere. Mi volano gli occhiali e loro continuano a insultare e colpire. Contro di me anche testate. Sono piena di lividi ed escoriazioni, ma quello che mi ferisce di più è l’indifferenza».

Poi l’intervento di una volante dei carabinieri, «che in realtà credo fosse stata chiamata dai colleghi in spiaggia perché anche lì le operazioni non andavano avanti serenamente». Le persone sotto sgombero infatti, secondo il suo raconto, «ha aggredito anche i militari che prima ci hanno offerto
riparo nella loro auto e poi ci hanno detto di andare via».

Le due hanno raggiunto il pronto soccorso dell’ospedale Cervello: prognosi di cinque giorni, «ma io dovrò fare degli accertamenti perché ho molti dolori al torace. I carabinieri poi ci hanno rintracciato e abbiamo spiegato cosa era accaduto».

In copertina ANSA/LUCA ZENNARO

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