Dalle Sardine arriva il no al taglio dei parlamentari. L’attacco di Buffagni (M5s): «Amici dei Benetton»

Per il movimento nato durante le ultime elezioni regionali in Emilia-Romagna, il problema del Parlamento non è il numero dei parlamentari

Con un lungo post pubblicato su Facebook, la pagina ufficiale delle Sardine si è schierata per il No al Referendum Costituzionale che tra il 20 e il 21 settembre chiederà agli italiani di ridurre di circa un terzo il numero dei rappresentanti eletti alla Camera e al Senato – da 630 a 400 il numero dei deputati, da 315 a 200 quello dei senatori. Per le Sardine ci sono «quattro motivi» per dire No: il problema legato alla rappresentanza, il risparmio minimo sui conti totali, la necessità di riportare in Parlamento la discussione sulle leggi e le conseguenze sul sistema elettorale.


Feroce la risposta del deputato Stefano Buffagni, uomo forte al Nord del Movimento 5 Stelle. Sempre con un post su Facebook, ha replicato: «Loro amici dei Benetton, noi degli italiani». Buffagni non entra nel merito dei motivi per cui bisognerebbe votare al refendum previsto per settembre (uno dei cavalli di battaglia dei M5s). Piuttosto ha spiegato come è nato questo progetto:


«Troppe volte in passato le riforme costituzionali si sono rivelate delle misure che stravolgevano la Costituzione e il nostro ordinamento, intervenendo in modo confuso su vari organi e diversi meccanismi di funzionamento delle nostre istituzioni. Noi invece abbiamo fatto una cosa più seria: abbiamo proposto e esaminato singole riforme puntuali, ognuna che apporta modifiche precise in un settore specifico».

«Il taglio dei parlamentari è un doveroso atto di civiltà», rilancia in serata l’ex capo politico grillino Luigi Di Maio su Facebook. «L’ennesima promessa mantenuta dal MoVimento. Con il referendum del 20 e del 21 settembre toccherà agli italiani mettere il sigillo a questa riforma. Serve una politica diversa, basata sulla trasparenza e sul rispetto del cittadino. Avanti, con la determinazione di sempre».

La scelta delle Sardine

Per il movimento nato durante le ultime elezioni regionali in Emilia-Romagna il rischio principale del taglio ai parlamentari è quello di sminuire ancora il lavoro di Camera e Senato: «In un modello maggiormente orientato alla decisione che alla discussione (come quello cui stiamo andando incontro negli ultimi anni) verrà sminuito uno degli elementi imprescindibili della cosa pubblica».

Troppo basso, sempre secondo le Sardine, il risparmio per i cittadini: «La democrazia non è economica né a buon mercato. Questa riforma reazionaria porterà un risparmio in termini di impatto sulla spesa pubblica di 1,35€ per ogni cittadino».

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