Lampedusa, la storia della signora Rosy e i cani mangiati dai migranti? Ancora parole e niente prove

Dopo l’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano dal sindaco di Lampedusa sono state lanciate nuove accuse

Il 7 agosto 2020 la testata giornalistica Libero titolava in prima pagina «I migranti hanno mangiato i miei 4 cani», raccontando la denuncia della signora Rosy di Lampedusa. Una storia diffusa da Salvatore Dama, Chiara Giannini e Francesca Totolo anche attraverso i social, con foto e video che avevano destato qualche perplessità. A tal proposito, avevo contattato due esperti in resti scheletrici per avere una valutazione riguardo le immagini delle ossa mostrate nei video portando alla luce ulteriori dubbi sul racconto della signora Rosy.


Francesca Totolo, in una sua video-risposta provocatoria, aveva invitato i giornalisti che negavano la vicenda di presentarsi con il Ris di Parma per analizzare le ossa mostrate dalla signora Rosy in video. L’11 agosto 2020, si sono presentati presso la proprietà il veterinario e dirigente dell’Aps di Palermo insieme a due agenti per un sopralluogo al fine di verificare quanto dichiarato dalla signora.


Ecco il documento rilasciato al Comune di Lampedusa a seguito del sopralluogo:

Ciò che si riscontra è che la signora Rosy non è stata in grado di esibire i documenti richiesti per verificare l’autenticità di quanto aveva raccontato in video:

Da una prima analisi visiva, i suddetti resti non fanno presupporre a un decesso recente dell’animale dell’animale, ma risalgono a periodi antecedenti.

Si specifica inoltre che la Sig.ra non è stata in grado di esibire la documentazione del suddetto cane e data l’esiguità dei resti non è stato possibile identificarlo.

Le prove sono fondamentali per la denuncia di un fatto. A proposito di denuncia, ricordiamo quanto affermato dalla signora Rosy nel video ripreso da chi ha raccolto la sua testimonianza:

Quando c’è stato il danno grosso che loro si sono spelati i cani, mangiato i capretti e le galline, io ho fatto la denuncia.

Chi ha sostenuto la veridicità delle dichiarazioni della signora Rosy, lo ha fatto diffondendo la foto di una denuncia da lei presentata nel 2018: ma al suo interno non è presente alcun riferimento ai cani.

L’operato di Salvatore Dama, Chiara Giannini e Francesca Totolo doveva essere utile alla signora per risolvere i problemi nella sua proprietà, ma l’invitare le autorità a fare un sopralluogo si sarebbe rivelato un boomerang per la stessa. Secondo quanto dichiarato dal sindaco di Lampedusa Totò Martello, in un’intervista pubblicata il 18 agosto 2020 su Il Fatto Quotidiano, le strutture della signora Rosy risulterebbero abusive e sarebbe stata firmata l’ordinanza di demolizione:

Si è inventata tutto?
Risulta tutto non veritiero. La signora vuole risarcimento, vuole ripagate le galline che le hanno rubato, i cani che le hanno mangiato, vuole soldi. Era lei a non essere in regola…

Cioè?
Il sopralluogo ha accertato che sul suo terreno le costruzioni erano abusive. Ho firmato l’ordinanza di demolizione.

Le risposte da parte delle dirette interessante, Chiara Giannini e Francesca Totolo, non sono mancate. La prima pubblica un video tramite la sua pagina Facebook in cui sostiene quanto segue:

La verità, ripeto, non è un optional, va gridata ai quattro venti perché quando si strumentalizza si deve dire quello che è. La notizia dei cani mangiati non è una fake news, la signora ce lo ha detto, ci ha fatto vedere le ossa.

Al momento l’unica prova documentata risulta la denuncia del 2018, dove però non c’è scritto nulla dei cani, e la “difesa” riporta solo un «ce lo ha detto» e «ci ha fatto vedere le ossa». Mentre Chiara Giannini sostiene la storia, Francesca Totolo – attraverso un video pubblicato su Twitter – insinua che ciò che sta succedendo alla signora Rosy sia un atto intimidatorio e che tutto ciò che sta accadendo sia la prova del perché i cittadini di Lampedusa stanno in silenzio:

Salvatore Martello ora ha fatto un’ordinanza per l’abbattimento delle povere stalle, che tanto sono vuote ormai e ci sono soltanto i maiali, della signora Matina. Questa non è arroganza? Questo non è uno stile che ricorda un po’ qualche film, e purtroppo anche la realtà, no? Non voglio scendere in particolari, ma avete capito benissimo. Ok? Capite allora perché i cittadini di Lampedusa non protestano, non fanno nulla… hanno paura delle istituzioni dell’isola! Hanno veramente paura di quello che può succedere perché la comunità è piccola e le ripercussioni che possono avere sono molto gravi.

Insinuazioni pesanti, quelle di Francesca Totolo, contro il sindaco di Lampedusa e le istituzioni locali. Il problema è che sulla vicenda dei cani – e su quella è che si sta discutendo – non è stata mostrata alcuna prova da parte della diretta interessata e di chi ha diffuso la «notizia». Le prove saranno necessarie se si andrà a processo, visto che entrambe le parte stanno annunciando querela.

Aggiornamento 20 agosto 2020

C’è un elemento che era stato omesso di proposito in questo articolo, tutto per raggiungere uno scopo a seguito delle spiegazioni fornite da Francesca Totolo e Chiara Giannini nei loro «video difesa» contro le accuse di «fake news» da parte dei giornalisti:

Francesca Totolo: «[…] dormono [n.d.r. i migranti] e lei [n.d.r. la signora Rosy] dice che si trovano pure, non vedo perché non dovrei credere a lei»

Chiara Giannini: «La notizia dei cani mangiati non è una fake news, la signora ce lo ha detto, ci ha fatto vedere le ossa. Lui dice [n.d.r. il sindaco di Lampedusa, a seguito dell’intervista a Il Fatto] “è riferito a 7 anni fa”…»

Martedì 18 agosto 2020, il giorno prima della pubblicazione di questo articolo che state leggendo, avevo contattato telefonicamente il sindaco Martello al fine di ottenere da lui un documento che provasse quanto dichiarato nell’intervista de Il Fatto Quotidiano. Contattato poco dopo le 17:30 come concordato, mi dice che non ha nulla da nascondere e alle 17:51 mi invia la foto del documento via Whatsapp. Non ci credete? Ecco la prova:

Dalla chat con il sindaco di Lampedusa Martello: appuntamento telefonico alle 17:30, alle 17:51 mi invia il documento.

Ecco, con prova alla mano noto che manca quel dettaglio della datazione citata anche da Chiara Giannini nel suo video risposta:

Dichiarazione: «Nel sopralluogo del veterinario e dei vigili urbani sono stati trovati due cani con il microchip e un residuo di ossa mandibolari canine risalenti a sei-sette anni fa»

Documento del Comune: «Da una prima analisi visiva, i suddetti resti non fanno presupporre ad un decesso recente dell’animale, ma risalgono a periodi antecedenti»

Le possibilità erano due: o pubblicavo un articolo dove smentivo la dichiarazione in mancanza di un documento che provasse tale dettaglio, oppure facevo un resoconto sottolineando che in questa vicenda ci sono parole e non prove ben sapendo che avrebbero letto con attenzione il documento pubblicato in chiaro trovando il dettaglio compromettente. Ho scelto la seconda per dimostrare che spesso le persone si affidano alle parole dette da altri senza che queste siano supportate da prove. Per carità, può capitare ed è umano! Non mi stupisce che a rendersi conto del dettaglio sia stata Francesca Totolo, la quale mi ringrazia per la presunta «sbufalata involontaria»:

Tweet 1: «Comune di #Lampedusa: “I suddetti resti non fanno presupporre a un decesso recente dell’animale, ma risalgono a periodi antecedenti” quindi chi ha scritto che le ossa dei cani della signora #RosyMatina risalgano a 6 anni fa ha divulgato #FakeNews.»

Tweet 2: «Ringrazio il debunker @DavidPuente per aver involontariamente sbufalato la #FakeNews del sindaco #SalvatoreMartello pubblicata su @fattoquotidiano , e dei “giornalisti” @AngiKappa e @andreapalladino .»

In sintesi, Francesca Totolo ha contestato le parole del sindaco di Lampedusa rilasciate a Il Fatto Quotidiano siccome non sono supportate da prove che le confermino, criticando i giornalisti che l’avevano citata. In data odierna, 20 agosto 2020, dove sono le prove concrete utili per dimostrare le parole della signora Rosy? Mostrare in video delle ossa con una dichiarazione non basta, sia chiaro. Ricordiamo che la signora sosteneva di aver denunciato i migranti per aver ucciso e mangiato i suoi cani, ma dov’è il documento che prova l’esistenza di questa denuncia?

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