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Golpe in Mali: il presidente si dimette e scioglie il governo. I militari: «Ora transizione verso elezioni»

19 Agosto 2020 - 14:00 Redazione
Dopo l'ammutinamento, gli uomini in uniforme sono apparsi in diretta tv per chiedere una transizione politica civile verso un nuovo governo

Nella notte il presidente Ibrahim Boubacar Keita, dopo l’ammutinamento del 18 agosto, ha annunciato le sue dimissioni e sciolto il governo. L’annuncio è arrivato ore dopo che lui e il premier Cisse erano stati presi prigionieri dai militari. Questi ultimi hanno dichiarato di voler mettere in atto una «transizione politica civile» per portare alle elezioni generali entro un «tempo ragionevole».

Gli uomini in uniforme sono apparse poi sul canale tv pubblico Ortm alle 3:40 ora locale «noi, le forze patriottiche raggruppate nel Comitato nazionale per la salvezza del popolo (Cnsp), abbiamo deciso di assumerci le nostre responsabilità davanti al popolo e alla storia», ha dichiarato il loro portavoce, il colonnello maggiore Ismael Wagué, vicecapo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare. «Il nostro Paese, il Mali, cade giorno per giorno nel caos, nell’anarchia e nell’insicurezza per colpa degli uomini responsabili del suo destino», ha accusato l’ufficiale denunciando «clientelismo politico» e «gestione familiare degli affari di Stato». «La società civile e i movimenti socio-politici sono invitati a unirsi a noi per creare insieme le migliori condizioni per una transizione politica civile che porti a elezioni generali credibili per l’esercizio democratico attraverso una tabella di marcia che getterà le basi di un nuovo Mali», ha aggiunto Wagué

La condanna internazionale

Ieri, 18 agosto, il consiglio di sicurezza dell’Onu si è riunito in emergenza, e il segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha chiesto l’immediato rilascio del presidente Keita. Pronta anche la reazione della Francia – con forti interessi economici e politici – che ha «fortemente condannato» il colpo di Stato in Mali. Stesse parole di condanna erano arrivate dall’Alto rappresentante per la politica estera europea Josep Borrell che ha dichiarato come il golpe «non può essere in nessun caso una risposta alla profonda crisi socio-politica che sta spaccando il Paese».

Foto copertina: EPA/MOUSSA KALAPO

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