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Coronavirus, Briatore si difende: «Abbiamo rispettato le regole. Ma le persone stavano tutte appiccicate»

28 Agosto 2020 - 10:05 Redazione
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L'imprenditore: «In certe serate non basta contingentare gli ingressi e predicare il distanziamento». E rifiuta l'etichetta di negazionista: «Ma il virus non sia un’ossessione»

Dopo la chiusura del suo locale in Costa Smeralda e il test positivo al Covid19, Flavio Briatore respinge le accuse e dichiara che «al Billionaire abbiamo sempre rispettato le regole, facendo entrare il giusto numero di persone». In quelle serate di festa «non bastava contingentare gli ingressi e predicare il distanziamento – dice l’imprenditore – non ci può fare nulla nessuno se fai entrare 100 persone in mille metri quadri e loro stanno tutte appiccicate». In una intervista a La Stampa Briatore – trovato positivo al Coronavirus – non cambia idea sulla pandemia e rifiuta l’etichetta di negazionista: «Io sono sempre stato sulla linea del professor Zangrillo (primario di rianimazione al San Raffaele, ndr). Cioè che il virus bisogna affrontarlo, ma non trasformarlo in un’ossessione». E su quella di partita di calcetto in cui era presente anche l’allenatore del Bologna Sinisa Mihajlovic, anche lui positivo, Briatore non pensa che non andasse giocata: «Se si ragiona così non si fa più nulla, allora tanto vale restare tutti tappati in casa».

Sulle condizioni degli altri dipendenti trovati positivi Briatore dice: «Posso solo dirle che non appena è scattato l’allarme abbiamo disposto il tampone per tutti i dipendenti. Abbiamo saputo di ragazzi che a gruppi di 50 o 60 ordinavano le casse di champagne e se le andavano a bere sulla spiaggia insieme con i fornitori. Ballavano e facevano festa sino all’alba. Lì certo non potevamo intervenire», aggiunge l’imprenditore. Sulla chiusura delle discoteche e le polemiche con il sindaco di Arzachena Briatore ribadisce che il suo locale è stato tra i primi a recepire quel dispositivo: «Detto questo, non credo che nessuno sarebbe stato felice di chiudere la propria attività, ma è andata così».

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