Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha firmato il decreto finalizzato all’assunzione a tempo indeterminato di 80mila docenti, proposto dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. «Una buona notizia per gli insegnanti precari e per gli studenti che avranno così garantita la continuità didattica». ha commentato su Facebook. «L’istruzione e la ripartenza della scuola sono priorità per questo Governo».
Giorni difficili invece per Francesco Boccia, ministro agli Affari Regionali, impegnato nella mediazione con le Regioni. Che però non perde l’ottimismo: «Sono sicuro che a settembre partiremo in sicurezza», ha detto a seguito dell’approvazione, da parte della Conferenza unificata, del documento dell’Istituto superiore di Sanità sulla gestione dei casi da Coronavirus. E mentre tra le Regioni si fa largo sempre di più l’ipotesi dello slittamento della data d’inizio, anche ministro della Salute Roberto Speranza insiste sulla sicurezza delle riaperture.
«Abbiamo appena approvato all’unanimità in conferenza unificata con Regioni, Province e Comuni il documento con le indicazioni operative per la gestione dei casi e dei focolai di Coronavirus nelle scuole e nei servizi per educativi per l’infanzia», ha scritto Speranza in un post su Facebook, riferendosi alla riunione tenutasi in mattinata. «Nei prossimi giorni serviranno ancora tanto lavoro e condivisione. Non polemiche e divisioni». Lunedì 31 settembre è previsto un altro vertice per chiudere la questione del trasporto pubblico.
Arrivano i primi banchi nelle ex zone rosse
Arrivano intanto i primi banchi monoposto (non a rotelle) nelle zone inizialmente più colpite dal Coronavirus. Codogno, il Lodigiano, Alzano, Nembro, la Bergamasca: sono questi i primi Comuni da cui ha preso il via stamattina la consegna, come deciso dal commissario Domenico Arcuri. Sono centinaia i pezzi consegnati, e ne arriveranno altri nelle prossime settimane.
Sala: «A Milano termoscanner per le scuole dell’infanzia»
A Milano si muovono altri passi in autonomia. Nonostante la posizione di Cts e governo in merito alla misurazione della temperatura a casa, il sindaco Giuseppe Sala ha comunicato che all’ingresso degli asili e dei nidi verrà misurata la temperatura a bambini, genitori o accompagnatori, personale.
«Il Comune ha previsto la procedura con la misurazione della temperatura all’ingresso per bambini, accompagnatori e dipendenti», ha spiegato. «Abbiamo fatto un acquisto consistente di termoscanner per questo, che si aggiungono a quelli già acquistati per i centri estivi». Il comune ha poi investito 6 milioni di euro per «incrementare il numero di ausiliari per le pulizie giornaliere nelle aule per tenere puliti ancora di più i bagni, i giochi e gli arredi».
Il fronte del rinvio
Ma con queste condizioni, il rientro a scuola non è un’opzione per molte giunte. A fare da portavoce del malcontento delle Regioni è il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che il 27 agosto ha chiarito: «Governare questa fase sarà difficile. Saremo chiamati a decisioni importanti tra una o due settimane. Nelle condizioni attuali non è possibile aprire le scuole. Non so cosa saranno in grado di fare in due settimane, ma avremo scelte complicate da fare».
L’ipotesi di chiedere un rinvio della data di inizio delle lezioni, riferisce Il Mattino, è sul tavolo, come traspare anche dalle parole dell’assessore salviniano in Abruzzo Piero Fioretti: «Non è escluso che apriremo il 24 settembre, dopo le elezioni». Il nodo principale riguarda i trasporti: come garantire il distanziamento sociale su bus e treni che portano i ragazzi a scuola.
A questo proposito, il governatore del Veneto Luca Zaia ha detto: Zaia: «Il governo è ostaggio del Cts. Non ritiro l’ordinanza sulla capienza da omologazione dei bus, anche perché non sono ancora aperte le scuole, ma aspettiamo una risposta del governo. Per noi l’80% è ancora poco. Ho l’allergia al plexiglas, assurdo metterlo nei bus o sui treni».
Zaia contro il Cts
Il riferimento di Zaia è alla riunione del Comitato tecnico scientifico (Cts) che ha messo in chiaro come l’unico modo per derogare al metro di distanza sia installare separatori tra i sedili. Il Cts ha già precisato che questi separatori non sarebbero di plexiglass, il problema vero però è che se è facile installarli sui mezzi a lunga percorrenza, su quelli urbani è tutto più complicato, visto l’affollamento delle ore di punta e gli spazi ristretti. Per le Regioni servirebbe raddoppiare il numero dei mezzi, e le risorse non ci sono.
Il tavolo tra governo e Regioni è aggiornato a oggi, 28 agosto. Ma sullo sfondo, nel frattempo, si registra il malcontento crescente degli insegnanti, che non si sentono tutelati. Come riporta La Stampa, sono centinaia quelli che hanno già chiesto di non tornare in cattedra in quanto “lavoratori fragili” perché particolarmente esposti al contagio da Covid-19. Si tratta di over 55 anni, alcuni con problemi di asma e allergie, o con malattie croniche. «Sono anche io convinto che chi ha problemi di salute debba evitare ogni tipo di assembramento – ha detto Zaia – ma questo non rientra nelle nostre competenze, almeno finché non avremo l’autonomia».
Il 40% degli insegnanti ha più di 55 anni
Il 40% del corpo docente, pari a circa 400mila persone, ha più di 55 anni. «È una situazione molto complicata, abbiamo chiesto più volte che venga chiarita – dice Maddalena Gissi, segretaria della Cisl Scuola – perché lascia senza tutele questi insegnanti e apre ulteriori incognite sulla ripartenza delle lezioni». Qualcuno potrebbe optare per la malattia. «E così si cercherà un supplente, un precario che magari è più vecchio del collega che va a sostituire, perché questa è la realtà», continua Gissi, «serve un intervento normativo per stabilire come gestire questi insegnanti».
Leggi anche: