Il via libera a Vivendi su Mediaset agita il governo: la scalata francese e i timori sulla rete unica

La Corte di giustizia europea dà luce verde alla scalata dei francesi. Che controllano già Tim. E a breve potrebbero avere una posizione dominante nel settore delle comunicazioni come in quello della tv commerciale. Sul tavolo dell’esecutivo l’ipotesi golden share

La sentenza della Corte di giustizia europea rischia di ridisegnare il settore delle Tlc in Italia. Ieri, 3 settembre, è stato accolto il ricorso di Vivendi sul Tusmar (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici) della legge Gasparri, la norma che impediva «a Vivendi di acquisire il 28% del capitale di Mediaset». L’effetto immediato, dunque, è che la società francese potrebbe ora aumentare la partecipazione in Mediaset. La questione non è di poco conto e ha fatto scattare l’allarme nel governo. Una scalata a Mediaset da parte di Vivendi potrebbe portare a una sorta di domino nel settore, come spiega la Repubblica.


Il colosso francese ha già una posizione di controllo anche in Tim. L’Agcom aveva in passato intimato ai francesi di scegliere tra la partecipazione rilevante in Tim o in Mediaset, ma la sentenza di ieri cambia tutto, anche se i tempi di applicazione concreta delle decisione sono da definire. In base all’accordo raggiunto di recente Vivendi avrebbe la maggioranza del capitale nella rete unica; scalando Mediaset, i francesi unirebbero alla posizione dominante nel settore delle comunicazioni quella nel settore della tv commerciale. Nel governo lo scenario non passa inosservato, tanto che non si esclude il ricorso alla golden share, strumento volto a impedire operazioni straniere ostili in settori strategici.


Gli occhi dell’Agcom sul dossier

Alla Corte Ue si era rivolto il Tar del Lazio dopo il ricorso di Vivendi, che contestava la decisione Agcom, e ora lo stesso Tribunale amministrativo dovrà decidere come accogliere la sentenza europea. Una decisione che potrà essere ovviamente oggetto di altri ricorsi, di possibili nuovi interventi dell’Agcom o il riferimento di un intervento delle Camere per varare una nuova normativa del settore. Ovviamente molto soddisfatta Vivendi, che incassa un round importante nel suo braccio di ferro con il Biscione. «Mediaset e Berlusconi sono stati vittime del proprio piano o sono stati colti in fallo in un contesto che loro stessi hanno creato nel tentativo di andare contro la legge», afferma un portavoce dei francesi.

Secondo Giuseppe Scassellati Sforzolini, a capo del team dei legali di Vivendi, il Testo unico decadrebbe nella parte che impediva il collegamento tra operatori Tlc e generatori di contenuti media. «E’ il famoso comma 11 dell’articolo 43 che la Corte ha chiaramente detto contrario al diritto dell’Unione, che ora viene ‘cancellato’ di fatto dall’ordinamento italiano, senza necessità di attendere la sentenza del Tar, che comunque si dovrà pronunciare, a meno che l’Agcom ritiri, come dovrebbe, i suoi provvedimenti precedenti», spiega Scassellati.

Mediaset guarda alla rete unica

Secondo i legali di Mediaset, invece, la decisione dell’Agcom si è basata su molti aspetti contenuti nella sentenza europea e non è quindi in discussione, con la società che guarda già avanti. «Se, al contrario di quanto prevede oggi la legge italiana, si aprissero possibilità di convergenza tra i leader delle tlc e dell’editoria televisiva – afferma in un comunicato il Biscione – Mediaset che in tutti questi anni è stata vincolata e penalizzata dal divieto valuterà con il massimo interesse ogni nuova opportunità in materia di business Tlc già a partire dai recenti sviluppi di sistema sulla rete unica nazionale in fibra».

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