A due anni dalla morte, arriva un documentario sull’omicidio di Khashoggi – Il video

Si chiama «Kingdom of Silence» ed è prodotto da Alex Gibney e dal giornalista premio Pulitzer Lawrence Wright. Negli stessi giorni verrà distribuito anche un altro documentario: «The Dissident»

Un uomo «nobile, coraggioso». Un uomo, un giornalista, che sapeva e parlava. Che si era autoesiliato e che rappresentava l’unica voce contro una monarchia, quella saudita, che «opera come la mafia». Un editorialista del Washington Post dalle cui colonne muoveva critiche esplicite al regime di Bin Salman. L’appuntamento è per il 2 ottobre su Showtime con Kingdom of Silence, il documentario diretto da Rick Rowley e prodotto da Alex Gibney e dall’autore premio Pulitzer Lawrence Wright – a due anni esatti dalla morte del giornalista saudita Jamal Khashoggi. Entrato nel consolato dell’Arabia Saudita di Istanbul per chiedere la documentazione necessaria per dimostrare il suo status di divorziato e sposare la sua fidanzata, Hatice Cengiz, una cittadina turca, che lo aspettava fuori dall’edificio, il giornalista non ne uscirà mai più. Alla fine del 2019, cinque persone sono state condannate da parte di un tribunale di Riad per la morte del giornalista saudita. Un insabbiamento, per l’opinione pubblica e le stesse Nazioni Unite: al centro di un dibattito che pure si è provato a sopire resta il ruolo del principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman. A luglio la Turchia ha messo sotto processo 20 cittadini sauditi in contumacia per l’omicidio del giornalista.


EPA/SEDAT SUNA | Hatice Cengiz, la fidanzata di Jamal Khashoggi, parla con i giornalisti dopo la prima udienza del processo per l’omicidio del giornalista, Istanbul, Turchia, 3 luglio 2020

«Fino a che punto il governo saudita è stato coinvolto in Al Qaeda? C’è una persona al mondo che sa più di Jamal Khashoggi», si chiede un esperto nel trailer del film. «”Sei in guerra e non puoi arrenderti. Non puoi sparire”. Queste sono state le ultime parole che gli ho detto», racconta un’altra testimonianza.


In Kingdom of Silence si dipana la storia delle relazioni tra gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita, come elemento cruciale per contribuire a far luce sulla terribile morte di Khashoggi. «Con l’uccisione di Khashoggi come punto di partenza, Kingdom of Silence esplorerà la storia tra gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita nei decenni precedenti alle preoccupanti interazioni di oggi tra l’amministrazione Trump e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman», scrive Showtime. Quanto e cosa sapeva il giornalista? «Il film getta nuova luce sul viaggio straordinario di Khashoggi – dai campi di battaglia dell’Afghanistan alle sale del potere di Riad e Washington, dalla primavera araba all’ascesa del nuovo principe ereditario dell’Arabia Saudita».

«The Dissident»

Kingdom of silence viene dopo un altro documentario sulla storia di Jamal Khashoggi: The Dissident di Bryan Fogel, uno dei maggiori successi al Sundance Film Festival. «Le recensioni sono state fantastiche. Hillary Clinton ha partecipato alla prima, così come la fidanzata di Khashoggi, Hatice Cengiz», si legge in un articolo di Trt World. Ma un accordo di distribuzione per il film – forse per timore dell’ira del regime saudita? – è arrivato solo in questi giorni, ovvero otto mesi dopo: Briarcliff Entertainment ha dichiarato di aver acquisito The Dissident e che lo distribuirà nelle sale e tramite on-demand alla fine del 2020, anche qui in coincidenza con il secondo anniversario della morte di Khashoggi.

«La mia speranza è che questo film consacrerà la sua memoria e assicurerà che venga fatta giustizia e che la nostra società non chiuda più un occhio sulle brutali violazioni dei diritti umani commesse dal regime saudita», ha spiegato Fogel.

In copertina EPA/ERDEM SAHIN | Una manifestazione per Jamal Khashoggi di fronte al consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul, in Turchia, 25 ottobre 2018

In copertina Showtime/YouTube

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