Saviano durissimo con Zingaretti, Di Maio e Conte: «Il Pd non ha mai una posizione su nulla»

Lo scrittore attacca il leader dem: «Mostra determinazione solo sulle cazz***. Del Pd non se ne può più». Poi definisce il cinquestelle un despota e stronca il premier: «Se l’orizzonte è morire Dc era meglio morire da piccoli»

All’indomani della direzione Pd che ha schierato il partito a favore del Sì al referendum sul taglio dei parlamentari, Roberto Saviano aveva twittato «ma andate a cag*** voi e le vostre bugie». A 24 ore di distanza, in un’intervista a La Stampa, torna su quel post, e lo fa di fatto rincarando la dose contro il Pd e il suo leader, Nicola Zingaretti. Prima di schierarsi dall’altra parte della barricata in vista del referendum del 20 e 21 settembre: «Dopo la scelta della direzione Pd voterò continuamente No. E il mio sarà un voto contro questa classe dirigente».


Quanto alle bugie menzionate nel tweet, Saviano dice: «La prima e più grande è l’inversione di rotta sulle politiche migratorie. Il dramma libico è talmente enorme che solo la storia potrà rendere giustizia all’immane sofferenza di esseri umani che preferiamo gestire pagando direttamente i loro carnefici».


Secondo lo scrittore, «è offensivo parlare del nulla mentre sull’altra sponda del Mediterraneo la gente soffre le pene dell’inferno. Questo è il problema principale di Zingaretti: mostra grande determinazione sulle cazzate e si defila sulle questioni fondamentali».

«Non se ne può più – dice Saviano a proposito del Pd – di chi non ha una posizione su nulla e giustifica la propria esistenza da 25 anni prima in opposizione a Berlusconi e poi a Salvini. Indignandosi quando sono all’opposizione e lasciando tutto immutato (per meglio gestire il potere) quando sono al governo. È politica questa? A me pare sopravvivenza».

Parlando del referendum in sé, Saviano dice: «Questo referendum è molto particolare e per potermelo spiegare ho ripensato alla definizione di schizofrenia: una serie di pensieri lucidi che ruotano attorno a un pensiero delirante. Ecco, c’è il dibattito sul referendum che è anche godibile se sei un costituzionalista o un politologo; ma questo dibattito riguarda una questione tanto inutile per il futuro del nostro Paese da essere offensivo in sé il solo chiedersi cosa votare. Quanto alla posizione del Pd potrebbero votare no, forse, magari… non credono in niente».

Saviano ne ha per tutti. Boccia l’operato del governo: «Non ho mai avuto alcuna aspettativa su questo governo. Poi è evidente che c’è, c’è stato e potrà esserci di peggio. Ma io non sono montanelliano non mi piace turarmi il naso». Attacca duramente Luigi Di Maio, definendolo «intriso di una cultura profondamente autoritaria e xenofoba». E stronca Giuseppe Conte quale punto di riferimento delle forze progressiste: «Se l’orizzonte è morire democristiani, come cantava Paolo Rossi, “era meglio morire da piccoli».

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