Coronavirus, un nuovo positivo alla Casa Bianca. Trump contro con il capo dell’agenzia sanitaria Usa. Oms, più ricoveri di positivi giovani con influenza

I casi di Coronavirus nel mondo sono saliti a 29,7 milioni, mentre le vittime hanno raggiunto quota 939 mila, secondo i dati della Johns Hopkins University. In testa alla classifica mondiale restano gli Stati Uniti con 6,6 milioni di contagi e 196 mila vittime

Usa

EPA/Andrew Harnik | Il direttore dei Cdc, il dottor Robert Redfield

È emerso un nuovo caso positivo di Coronavirus alla Casa Bianca, come ha ammesso lo stesso presidente americano Donald Trump quando ha parlato all’inizio di «un piccolo numero di casi», per poi precisare che «c’è una sola persona» contagiata nel suo staff: «Ma non è nessuno vicino a me».


Poco prima Trump aveva contraddetto il direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, il dottor Robert Redfield, che al Senato aveva negato la possibilità che un vaccino sarebbe stato pronto per un’ampia distribuzione in poche settimane.


Il giorno prima Trump aveva assicurato che il vaccino sarebbe arrivato al massimo per novembre, prevedibilmente entro la data del voto per le Presidenziali. Ma secondo Redfield, la tempistica più ragionevole fissa la consegna di un vaccino definitivo per la metà del 2021. «Sono informazioni errate», ha tagliato corto Trump.

Così come sarebbe stata una dichiarazione errata, secondo il presidente americano, quella di Redfiled sulla necessità di indossare le mascherine. Secondo il direttore dei Cdc, l’uso delle mascherine può rivelarsi un metodo molto più efficace e immediato di contenere i contagi anche rispetto a un vaccino. Parole che hanno irritato il presidente americano: «Forse ha capito male anche questa domanda – ha detto Trump – il vaccino è molto più efficace delle mascherine».

Oms

EPA/FABRICE COFFRINI | L’esperta dell’Oms, la dottoressa Maria Van Kerkhove

Secondo l’Oms l’età media delle persone infette da Coronavirus sta scendendo in modo sempre più evidente. A confermarlo è stata l’esperta dell’Organizzazione mondiale della sanità, la dottoressa Maria Van Kerkhove che ha sottolineato come stiano aumentando i pazienti ricoverati in ospedale tra i 15 e i 49 anni. Tra questi, molti sono risultati anche influenzati. Un fenomeno, ha spiegato Van Kerkhove, in crescita.

Segnali positivi intanto arrivano dalla conclusione della stagione influenzale nell’emisfero meridionale, che secondo il dottor Mike Ryan dell’Oms è stata relativamente leggera, rispetto agli anni precedenti: «Potrebbe offrire qualche speranza per il Nord», ha confermato.

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