Coronavirus, il mistero delle linee guida sulla diffusione aerea pubblicate e poi rimosse dalla sanità americana

di Riccardo Liberatore

Nel documento pubblicato per errore si leggeva che il Covid non si diffonde soltanto attraverso i droplet emessi con starnuti e tosse, ma anche attraverso particelle molto più piccole che rimangono sospese nell’aria

Il Coronavirus si diffonde anche attraverso particelle microscopiche che rimangono sospese nell’aria? Delle nuove linee guida pubblicate oggi dai Centri per il controllo delle malattie (Cdc) negli Stati Uniti sostenevano questa tesi già oggetto di uno studio fatto all’Università della Florida. Però, dopo qualche ora, sono stati costretti a fare un dietrofront e rivedere il documento che, stando a quanto affermato dai Cdc non era altro se non «una bozza che è stata postata per errore sul sito web dell’agenzia».


Nell’aggiornamento pubblicato per errore si leggeva: «è possibile che il Covid-19 si diffonda attraverso le goccioline e le particelle sospese nell’aria che si formano quando una persona infetta tossisce, starnutisce, canta, parla o respira. Vi sono prove crescenti che possono rimanere sospese nell’aria ed essere respirate da altri e percorrono una distanza sociale di “circa” 6 piedi (1,8 metri)». Insomma, se fosse stato confermato, avrebbe reso necessario adottare misure di distanziamento fisico ancora più stringenti.


Particelle e droplet: come si diffonde il virus?

In precedenza, era già stato dimostrato che il virus fosse presente in particelle microscopiche che rimangono sospese in aria per tempi più lunghi. Gli scienziati dell’Università della Florida avevano preso in esame goccioline di aerosol in una stanza dove erano stati ricoverati dei pazienti ed erano riusciti a isolare il virus vivo. Pertanto, gli scienziati avevano concluso che i «pazienti con manifestazioni respiratorie di COVID-19 producono aerosol che contengono SARS-CoV-2 vitale. Questi aerosol possono funzionare dunque come fonte di trasmissione del virus».

Tuttavia, il numero totale di particelle virali che erano riusciti ad individuare – 74 per un litro di aria – non era molto elevato, come avevano fatto notare altri scienziati. L’Organizzazione mondiale della sanità si è espressa in modo cauto a riguardo, definendo “possibile” la trasmissione aerea, pur ritenendola limitata a specifiche circostanze. Secondo l’ortodossia vigente, il metodo di trasmissione principale avviene tramite le goccioline o i droplet dal diametro superiore ai 10 micron, che, date le loro dimensioni, tendono a depositarsi sulle superfici.

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