La distanza sociale riduce fino all’85% il rischio contagio. Mascherina «come vaccino», lo studio in attesa di verifica: può favorire l’immunità

di Fabio Giuffrida

E intanto, secondo alcuni scienziati, la mascherina potrebbe diventare un «vaccino» rudimentale contro il Covid. Ecco come

Indossare la mascherina, lavare continuamente le mani e mantenersi a una distanza di almeno un metro aiuta a contenere la diffusione del Coronavirus quando si viene a contatto con una persona positiva al Sars-Cov-2. Lo dice uno studio della Mahidol University di Bangkok e dell’università di Oxford, presentato alla conferenza Escmid della Società europea di Microbiologia.


La ricerca

Si tratta di una ricerca condotta su 211 casi confermati, tutti asintomatici, e 839 controlli che, invece, non hanno avuto una diagnosi di Covid, trovati grazie al contact tracing di tre cluster in un nightclub, in uno stadio di boxe e in un palazzo di uffici governativi. Nello specifico, sono state effettuate delle interviste sulle abitudini delle persone relativamente all’uso delle precauzioni fortemente raccomandate dai governi (anche quello italiano).


Il risultato è che chi ha indossato le mascherine per tutto il tempo del contatto con un caso positivo ha avuto un rischio minore del 77% rispetto a chi non le indossava. Se si rispetta il distanziamento sociale, invece, il rischio diminuisce dell’85% mentre il lavaggio frequente delle mani porta a una riduzione complessiva del 66% delle infezioni.

Mascherina come “vaccino” rudimentale

Intanto si apprende che la mascherina potrebbe diventare un vero e proprio “vaccino” rudimentale contro il Coronavirus visto che da una parte scherma l’ingresso del virus in grandi quantità, dall’altra permetterebbe a poche particelle virali di passare e dunque di penetrare nelle vie respiratorie di chi la indossa, attivando così un processo di immunizzazione contro il virus, pur con un’infezione senza sintomi. A metterlo nero su bianco è Monica Gandhi, infettivologa della University of California di San Francisco che ha illustrato la sua teoria sul New England Journal of Medicine.

«Puoi avere il virus ma essere asintomatico, quindi con le mascherine – ha detto – puoi aumentare il tasso di infezioni asintomatiche, e magari questo potrebbe diventare un modo per inoculare in maniera sicura il virus nella popolazione». Ma sarà difficile testare l’efficacia di questo metodo che consiste nell’inoculare piccole dosi di un virus per scatenare una reazione immunitaria “sicura”. Alcune evidenze epidemiologiche, infatti, mostrano che l’uso della mascherina, in presenza di soggetti positivi al virus, può favorire dei focolai prevalentemente asintomatici. Ma questo non garantisce che l’infezione asintomatica si accompagni allo sviluppo di immunità.

Foto in copertina di repertorio da PIXABAY

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