Calci, pugni e insulti: i raid di un branco di ultras del Marsala contro i migranti. Tre arresti – Il video dell’aggressione

di Fabio Giuffrida

«Siete africani di mer*a, non dovete più parlare perché siete di colore. Noi vi ammazziamo, qui non avete il diritto di stare», dicevano. Un clima di terrore che persisteva da mesi

«Abbiamo avuto un’estate piena di episodi di razzismo, sempre nella stessa zona, nel centro storico, sempre di sabato sera o comunque nei weekend, con vittime tutti ragazzi neri», ci confida una fonte. Un clima di terrore che perdurava da tempo e che è finito nel mirino della polizia, che oggi ha arrestato tre ultras del Marsala accusati di aver organizzato raid punitivi con tanto di pugni, calci, ginocchiate contro dei migranti. A Marsala, infatti, come raccontato da Open in questi mesi, si è assistito a diversi episodi di razzismo. Non casi isolati, dunque. Dietro potrebbe esserci stata una vera e propria “regia”.


Le frasi razziste

Secondo gli inquirenti il branco – incastrato dalle telecamere di videosorveglianza – avrebbe agito senza alcun motivo, «accecato da una rabbia bestiale, immotivata, resa ancor più deplorevole dalle frasi che inneggiano all’odio razziale», come – giusto per citarne alcuni – «siete africani di mer*a non dovete più parlare perché siete di colore. Noi vi ammazziamo, qui non avete il diritto di stare. E qui siamo a Marsala in quanto africani e nivuri (neri, ndr)». I tre avrebbero utilizzato persino armi improprie, che si procuravano al momento, come sedie in legno, tavolini e bottiglie di vetro.


La paura di denunciare

Azioni punitive non solo contro i cittadini neri ma anche contro i commercianti che osavano prendere le difese delle vittime. E c’è di più: in molti erano intimoriti dalla ferocia del gruppo criminale. Per questo nessuna delle vittime ha collaborato alle indagini, altre ancora avrebbero rifiutato persino le cure mediche. «Molti di loro non hanno denunciato perché probabilmente non in regola con il permesso di soggiorno o perché temevano ritorsioni dal branco» ci spiegano.

«Picchialo, picchialo»

In alcuni casi i presenti non sarebbero nemmeno intervenuti ad aiutare le vittime. Sarebbero rimasti impassibili alle aggressioni incitando talvolta gli aguzzini a colpire le povere vittime. «Picchialo, picchialo» dicevano a uno di loro.

Chi sono gli arrestati

Gli arrestati sono: Salvatore Crimi, 18 anni, Antony Licari, 24, Natale Salvatore Licari di 34. L’accusa, a vario titolo, è di violenza privata, minaccia e lesioni personali. Reati aggravati dall’uso di corpi contundenti. I tre, secondo la polizia, hanno agito con «efferatezza e spietatezza e per finalità di discriminazione o di odio etnico razziale». Gli arrestati sono tifosi ultras degli “street boys/nucleo ribelle” del Marsala Calcio, già sottoposti a Daspo. Ora è caccia agli altri componenti del gruppo. A casa di Salvatore Crimi, uno degli arrestati, gli agenti hanno trovato persino una pistola semiautomatica priva di tappo rosso con relativo caricatore calibro 8, nove cartucce a salve calibro 8 e una cartuccia calibro 7.75.

I precedenti

Il primo episodio risale a luglio quando a un gruppo di ragazzi neri è stato vietato l’ingresso all’Antico mercato di Marsala. «I neri qui non entrano», si erano sentiti dire. Uno di loro, Alì, ha raccontato i fatti a Open: in un’altra occasione, tra l’altro, gli era stato negato l’accesso al Palazzetto dello Sport. Era Carnevale e, nonostante avesse pagato il ticket per entrare in discoteca, per lui e per i suoi amici non c’era spazio. «Potevano dare fastidio alle ragazze».

Il mese dopo, intorno alle 4 di notte, un vero e proprio pestaggio: vittima un ragazzo africano che è stato accerchiato da un gruppo di giovani italiani. Preso a calci e pugni, è stato lasciato a terra in una pozza di sangue. Anche in questo caso lui non ha denunciato. A confermarlo era stata anche la presidente provinciale del Pd di Trapani, Valentina Villabuona, che a Open aveva parlato di «un gruppo organizzato di estrema destra, di fascisti, che prova ad allontanare i ragazzi neri dal centro storico. “Ve ne dovete andare, prima gli italiani” gli dicevano».

E non è finita qui: oltre ai post razzisti su Facebook – «Caccia ai neg*i di me*da che, essendo positivi al Coronavirus, sono scappati dall’abitazione di via Mazara. Recuperiamoli, diamogli una zattera e abbandoniamoli nel canale di Sicilia» – saltano fuori anche altri episodi inquietanti. Dalle svastiche alle croci celtiche, dalle scritte che inneggiano all’estremista di destra Luca Traini a quelle «No Floyd, no party». Anche nelle ultime settimane – ci dicono – non è andata meglio: «Un ragazzo tunisino è stato aggredito mentre mangiava un kebab, e due coppie di colore sono state insultate».

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