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Crisanti: «Lockdown a Natale? Sono stato fin troppo ottimista. Questi numeri sono un disastro: abbassiamo la curva»

19 Ottobre 2020 - 09:56 Redazione
Il microbiologo dell’Università di Padova, che aveva parlato di chiusure in coincidenza con il periodo natalizio, definisce i numeri dei contagi «un disastro»

È lui stesso ad ammettere di essere stato troppo ottimista quando ha parlato di un probabile lockdown a Natale. Andrea Crisanti, il professore che per primo aveva spinto sulla necessità di incrementare il numero dei tamponi in Veneto e, successivamente, in tutta Italia, si dice preoccupato per la piega che sta prendendo l’epidemia di Coronavirus nel Paese. «Dobbiamo abbassare la curva dei contagi. È saltato completamente il sistema di tracciamento».

In un’intervista al Messaggero, il microbiologo dell’Università di Padova ritiene possibile l’ipotesi di un lockdown prima di Natale: «Magari non chiamiamolo in questo modo, però con questi numeri, con l’aumento costante di nuovi positivi, arriveremo a un inasprimento delle misure di contenimento molto prima». I casi giornalieri, in Italia, hanno raggiunto la soglia dei 12 mila e i pazienti ricoverati nelle strutture ospedaliere si aggirano intorno a quota 8 mila.

«Risorse sprecate per i banchi a rotelle»

«I numeri che stanno venendo fuori sono un disastro – dice, per poi tornare sull’efficacia delle misure di contenimento -. Sono inutili senza un piano organico per dotare l’Italia di un sistema che mantenga basso il numero dei contagi». Per Crisanti, tra gli errori commessi, c’è lo spreco di risorse pubbliche per i «banchi a rotelle», che hanno sottratto soldi all’implementazione dei sistemi di tracciamento e alla capacità diagnostica del sistema sanitario. «Se avessimo investito davvero, come la Cina che in pochi giorni ha effettuato 11 milioni di tamponi, oggi ci troveremmo in una situazione diversa. Non possiamo andare avanti altri sei mesi solo con le chiusure».

«Il sistema di contrasto e tracciamento si è sbriciolato»

«Come mai questo piano per potenziare tamponi e tracciamento non è mai stato discusso?». Si domanda il medico. E poi conclude: «In poche settimane siamo passati da cifre giornaliere sostenibili, attorno a 1.500-2.000, a un dato sei volte più alto. Così sta saltando tutto, ormai anche i contatti di un positivo non vengono tracciati e identificati dai sistemi sanitari delle varie Regioni. Per una volta che sono stato ottimista, sono stato smentito. Avevo previsto il lockdown a Natale, pensando che i positivi aumentassero in maniera graduale. Non mi sarei aspettato che il sistema territoriale di contrasto e tracciamento si sbriciolasse così velocemente».

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