Usa 2020, Trump annuncia ricorsi in tutti gli Stati assegnati di recente a Biden: «Vinceremo!»

di Riccardo Liberatore

Il presidente minaccia di trascinare il voto in tribunale non soltanto nel Midwest. E su Twitter grida alla frode elettorale

Donald Trump vuole trascinare il voto in tribunale non solo nel Midwest. Mentre la sua squadra legale si prepara ad avviare un’azione legale anche in Nevada, dove con l’86% di voti scrutinati Joe Biden è avanti di meno di un punto percentuale, su Twitter il presidente in carica annuncia: «Tutti i recenti Stati dichiarati da Biden saranno legalmente contestati da noi per frode elettorale e frode elettorale statale. Tante prove: date un’occhiata ai media. VINCEREMO! America First!».



In un comunicato diffuso dalla sua campagna elettorale, Trump ha rincarato la dose ripetendo che sarebbe lui il vincitore delle elezioni «se si contano i voti legali». Come è accaduto diverse volte dal 3 novembre ad oggi, Twitter ha prontamente segnalato il tweet del presidente, in quanto ritenuto fuorviante. Nel frattempo, mente cresce l’attesa per una nuova dichiarazione da parte della squadra elettorale di Trump sul Nevada, in Pennsylvania i supporter di Biden sono ricorsi a un metodo inusuale per cercare di bloccare la macchina legale del presidente, suonando a pieno volume una canzone di Beyoncé durante una conferenza stampa dei suoi avvocati a Philadelphia.

Tutte le cause del presidente

Dopo aver minacciato di ricorrere alla Corte Suprema durante il suo discorso notturno il 3 novembre, Trump e la sua squadra elettorale hanno cominciato ad annunciare una serie di battaglie legali in stati chiave. Prima, hanno chiesto il riconteggio dei voti in Wisconsin, che Biden si è aggiudicato in tarda serata ieri (orario italiano) con un margine di circa 20 mila voti e 0,6 punti percentuali. Poi sono iniziati i ricorsi, a partire dal Michigan, dalla Pennsylvania e dalla Georgia.

Nel secondo stato – dove la gara è ancora aperta e Trump è in vantaggio, anche se con margini sempre più sottili – sono diversi i ricorsi annunciati: il presidente vorrebbe far bloccare il voto fino a quando gli osservatori repubblicani non saranno messi in grado, dal loro punto di vista, di seguire lo spoglio regolarmente, ma vuole anche fare in modo che le schede per il voto per corrispondenza – che si sono rivelate così fondamentali per Biden – non possano arrivare ed essere contate fino a tre giorni dopo il 3 novembre.

Anche in Michigan la squadra elettorale di Trump sostiene che l’osservazione dello scrutinio non si è potuta svolgere regolarmente e chiede di fermare il conteggio. Un giudice di una corte statale dello stato però ha respinto il ricorso. In Georgia i legali si sono scontrati con un muro. La causa indetta dalla campagna di Trump e dal partito repubblicano della Georgia si basava su segnalazione di un “poll-watcher” repubblicano secondo cui un manciata di voti – 57 in tutto – non erano stati conteggiati, ma giovedì il giudice della corte superiore della contea di Chatham, James Bass, ha respinto il ricorso.

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