Usa 2020, quanti voti mancano ai due candidati per vincere (e dove potrebbero ottenerli)

di Riccardo Liberatore

L’Election day del 3 novembre è finito ma per sapere chi ha vinto dovremo ancora aspettare – forse fino al 6 novembre, o ancora dopo. Ecco perché

Alla fine, come era previsto, nonostante sia già il 5 novembre, l’esito delle elezioni è ancora incerto. Mentre scriviamo ci sono ancora 6 Stati (erano 8 fino a ieri, ma poi diversi media hanno aggiudicato sia il Wisconsin sia il Michigan a Biden) in cui il risultato definitivo non è ancora noto. Né Trump né Biden attualmente hanno la maggioranza necessaria per vincere la Casa Bianca ma, con le ultime assegnazioni, Biden è molto vicino con 253 elettori contro i 214 di Trump.


I voti che mancano a Biden

Avendo vinto in Wisconsin e nel Michigan, Biden è in vantaggio in due Stati: l’Arizona e il Nevada. Al netto di un 86% dei voti scrutinati in Arizona, il suo margine di vantaggio è discreto (+2,4%) anche se si è ridotto nelle ultime ore. In Nevada, con 89% di voti scrutinati, è avanti a Trump di circa 1,1%, ovvero con meno di 12 mila voti. Inoltre, il candidato Dem ha recuperato un delegato in Nebraska, uno dei due stati (insieme al Maine), dove i grandi elettori non vengono tutti assegnati automaticamente al candidato che ottiene il maggior numero di voti, ma anche in base all’esito del voto in alcune contee chiave.


Dato che i grandi elettori in Arizona sono 11 e in Nevada sono 6, a Biden basterebbe vincere in questi due stati per superare la soglia di 270. Altrimenti, gli basterebbe anche vincere in Pennsylvania dove i grandi elettori sono 20. Anche in questo stato la rimonta sarebbe possibile, visto che la maggioranza dei voti che devono ancora essere scrutinati sono in contee dove Biden è già in vantaggio, come Philadelphia.

I voti che mancano a Trump

Al momento dunque Trump è avanti proprio in Pennsylvania con un margine importante di 2,6 punti percentuali che si è assottigliato notevolmente dal 3 novembre. Nello stato però devono ancora essere scrutinati circa l’11% dei voti. Inoltre, il presidente americano è avanti anche nella Carolina del Nord (+1,4%) e in Georgia (+0,3%), mentre una sua vittoria in Alaska è quasi scontata.

Anche vincendo in tutti gli Stati in cui è attualmente avanti nel conteggio – Pennsylvania, Carolina del Nord, Georgia e Alaska – otterrebbe 268 grandi elettori, ovvero 2 in meno rispetto alla soglia di 270 necessaria per vincere le elezioni. Inoltre, in Georgia, uno stato che i democratici non vincono dagli anni ’90 con Bill Clinton, la partita si è fatta piuttosto complicata per Trump. Molti dei voti che stanno entrando adesso provengono da contee dove Biden è favorito, come i sobborghi di Atlanta e per ribaltare il risultato al candidato basterebbe vincere circa il 60% dei nuovi voti.

La gara per la Casa Bianca passa (anche) per i tribunali

Trump a questo punto ha due strade per vincere: può sperare in qualche modo di recuperare lo svantaggio in Arizona e Nevada (vincendo negli Stati in cui è attualmente in vantaggio, compresa la Georgia), oppure può affidarsi ai tribunali. Nel dubbio, il presidente sta già percorrendo la seconda strada. Oltre ad aver chiesto il riconteggio dei voti in Wisconsin, la sua campagna elettorale ha avviato azioni legali in Michigan, Pennsylvania e in Georgia.

Inoltre, il presidente ha detto di voler presentare ricorsi in tutti gli ultimi stati aggiudicati a Biden, quindi potenzialmente anche in Nevada. Nel frattempo, continua lo scrutinio. A causa dell’elevato numero di voti per posta per sapere l’esito in Pennsylvania si potrebbe dover aspettare fino al 6 novembre. La Carolina del Nord invece continuerà ad accettarli fino al 12 novembre. In entrambi i casi, la strada si preannuncia tortuosa.

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