Usa 2020, con Biden che rimonta grazie al voto postale, Trump punta sullo spettro dei brogli elettorali per salvare la presidenza

di Cristin Cappelletti

Lo staff del presidente americano ha chiesto un riconteggio immediato dei voti in Wisconsin dove il candidato dem è avanti

Come previsto da settimane nella notte tra il 3 e il 4 novembre, Donald Trump ha annunciato poche ore dopo la chiusura dei seggi la vittoria alle elezioni presidenziali. Durante l’alba italiana il presidente americano è intervenuto dalla Casa Bianca e ha dichiarato di aver «vinto ovunque: siamo di fronte a risultati fenomenali». Tuttavia, il vantaggio delle ultime ore guadagnato da Biden negli Stati chiave del Michigan, e del Wisconsin, potrebbe consentire al candidato dem di conquistare la Casa Bianca anche senza la Pennsylvania.



Così Donald Trump è tornato ad agitare lo spettro dei brogli commentando il recupero di Biden negli stati del Midwest. Lo staff del presidente repubblicano denuncia irregolarità in alcune contee del Wisconsin e annuncia che chiederà immediatamente il riconteggio delle schede. «La scorsa notte – scrive l’attuale presidente americano su Twitter – ero avanti, spesso saldamente, in molti stati chiave, in quasi tutti quelli governati e controllati dai democratici. Poi, ad uno ad uno, i vantaggi sono magicamente scomparsi, nel momento in cui sono state contate discariche di schede a sorpresa. Molto strano».

Già nella notte americana Trump ha fatto intendere che si rivolgerà nel caso di sconfitta alla Corte Suprema, e il vantaggio marginale che sembra delinearsi per Biden potrà spingere il presidente americano a contestare per settimane, forse mesi, il risultato dell’elezione. Ma lo staff di Biden ha avvertito Trump che davanti al massimo organo giudiziario statunitense rischia «una sconfitta imbarazzante».

Lo staff dell’ex vicepresidente, cosi come altri esponenti dei democratici, tra cui Hillary Clinton, ha invitato a contare ogni singolo voto. Ed è proprio l’attesa del voto per posta, non ancora scrutinato, che ha un grande peso sul risultato di questa contestata elezione che ha visto 64 milioni votare per corrispondenza a causa della pandemia. Delle schede ricevute ne rimangono da contare circa 2 milioni. Tuttavia, la frode associata a questo tipo di voto è molto rara, come hanno chiarito gli analisti. Ma delegittimare il sistema democratico è da mesi la strategia dell’amministrazione Trump. E continuerà ancora per settimane.

Ancora prima di essere eletto presidente, Trump aveva più volte fatto affermazioni su presunte frodi diffuse all’interno della macchina elettorale. Nel 2016, chiese un riconteggio dei voti in Virginia, New Hampshire e California dopo non essere riuscito a trionfare in quegli stati nel confronto con Clinton. Già a luglio, in un’intervista con Fox News, il presidente americano aveva sviato dalla risposta alla domanda se avrebbe accettato il risultato delle elezioni.

A settembre, invece, Trump è stato molto più chiaro, alludendo che non ci sarebbe stata da parte sua, in caso di sconfitta, una transizione tranquilla del potere. La retorica sui brogli elettorali, dopo essere stata sbandierata da Trump per anni, è diventata alla vigilia delle elezioni anche un punto fermo della sua strategia elettorale. Per distogliere i cittadini dalle conseguenze della pandemia Trump ha più volte puntato il dito contro presunte falle del sistema di voto, distogliendo così l’attenzione dai problemi sanitari del Paese. E ora che il risultato rimane incerto il presidente può continuare a sfruttare la strategia del caos.

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