Caso Regeni, i pm italiani accelerano: pronto il processo per cinque agenti dei servizi egiziani

di Redazione

La procura ha deciso di procedere: entro due settimane saranno depositati gli atti

Dopo quasi cinque anni dalla morte di Giulio Regeni, la vicenda giudiziaria potrebbe essere prossima a una svolta. Entro due settimane la procura di Roma procederà nei confronti di cinque funzionari della National security agency, il servizio segreto interno egiziano, secondo quanto riferisce la Repubblica. Il 4 dicembre, infatti, scadono i termini delle indagini preliminari e, dopo anni di ricerche, il pm Sergio Colaiocco depositerà le sue evidenze in procura. Con una certezza: gli elementi di prova raccolti sono «univoci e concordanti» nel provare che l’ex ministro dell’Interno egiziano, Magdi Abdel Ghaffar, e la National security agency hanno avuto un ruolo chiave nell’uccisione di Regeni e nel successivo depistaggio.


La telefonata tra Conte e al-Sisi

Il tempismo della telefonata di ieri, 20 novembre, tra il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte e il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, è da interpretarsi come un avviso: la magistratura italiana è convinta di conoscere i nomi dei responsabili della morte del ricercatore ed è finito il tempo dei negoziati con la giustizia del Cairo. La procura di Roma, infatti, è decisa a proseguire con il processo: se i cinque cittadini egiziani iscritti nel registro degli indagati due anni fa non dovessero eleggere un domicilio in Italia per la notifica degli atti giudiziari, la procura procederà ugualmente con la discovery dell’atto di accusa. La notifica avverrà ai difensori già scelti di ufficio e, dopo l’emissione di un decreto di irreperibilità, il processo potrà iniziare a prescindere, anche con la contumacia degli imputati.


L’incontro tra il pm Colaiocco e due giudici egiziani

È dall’inizio di novembre che i magistrati egiziani sono consapevoli che gli omologhi italiani hanno raccolto abbastanza prove per dimostrare il presunto coinvolgimento dell’agenzia di sicurezza nazionale nella morte di Regeni. Lo scorso 5 novembre, sono arrivati a Roma, dall’Egitto, due giudici per ascoltare personalmente la versione di Colaiocco. Ora si è arrivati al bivio.

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