Inchiesta sul ponte Morandi, revocati i domiciliari a Castellucci. Ma la Procura apre un’altra indagine su di lui

Lo scorso 11 novembre le autorità giudiziarie avevano disposto i domiciliari per lui e altri due manager. Ora la Procura indaga sul caso delle gallerie dell’A25

Revocati gli arresti domiciliari a Giovanni Castellucci, ex aministratore delegato di Autostrade per l’Italia (Aspi) e Atlantia. Lo ha deciso il tribunale del Riesame nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Genova sulle barriere antirumore, portata avanti nel contesto più ampio delle indagini sul del crollo del Ponte Morandi. Secondo l’accusa, si trattava di strutture difettose. Lo scorso 11 novembre le autorità giudiziarie avevano disposto le misure cautelari per l’accusa di attentato alla sicurezza dei trasporti, frode in pubbliche forniture e inquinamento probatorio. L’ex Ad, in carica fino a gennaio 2019, è stato il primo indagato per il drammatico crollo dell’agosto 2018. Secondo la Procura e la Guardia di finanza, gli allora vertici di Aspi sapevano che le strutture erano difettose, ma non le cambiarono per fare risparmiare la società. «Siamo molto soddisfatti per la revoca dei domiciliari«», ha detto il legale di Castellucci, l’avvocato Carlo Longari «Avevamo detto fin da subito che la misura ci sembrava sproporzionata». Si resta in attesa, ora, della deposizione delle motivazioni.


In queste ore, però, la Procura di Genova ha fatto sapere di star indagando su Castellucci anche per la vicenda delle gallerie, nell’indagine aperta dopo il crollo della volta della galleria Bertè sulla A26 (la Genova-Gravellona Toce), avvenuto il 30 dicembre dello scorso anno. Quella sera caddero oltre due tonnellate di cemento, ma, per fortuna, nessun mezzo rimase coinvolto nell’incidente. A seguito di quell’episodio si avviò una nuova inchiesta su Aspi, che fece scattare controlli sulla rete che portano a danni economici per circa un miliardo. Resta ai domiciliari invece Michele Donferri Mitelli, l’ex dirigente di Autostrade, arrestato nell’ambito della stessa inchiesta sulle barriere fonoassorbenti pericolose. Il riesame lo ha deciso nonostante l’istanza di scarcerazione avanzata dal suo avvocato Giorgio Perroni. «È una decisione ingiusta – ha commentato il difensore – e faremo ricorso in Cassazione».


Foto copertina: ANSA/LUCA ZENNARO | Giovanni Castellucci

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