Caso Suarez, la ministra De Micheli prova a smarcarsi: «Paratici non mi ha chiamato per l’esame»

di Redazione

Dopo i chiarimenti del dirigente della Juventus sul coinvolgimento della ministra dei Trasporti, il membro dell’esecutivo ha spiegato che l’interlocuzione non ha riguardato la prova linguistica del giocatore uruguaiano

Dopo la notizia che tra le carte degli inquirenti sull’esame farsa di Luis Suarez, il calciatore uruguaiano che necessitava il superamento dell’esame di lingua italiana per diventare cittadino italiano ed essere acquistato dalla Juventus, c’è finita anche la ministra dei Trasporti Paola De Micheli, l’inchiesta della procura perugina ha coinvolto anche il mondo politico. Il leader dell’opposizione Matteo Salvini ha subito commentato: «Per sbloccare i cantieri non serve telefonare alla ministra De Micheli. Per sbloccare una cittadinanza invece la telefonata può servire».


Ma ai microfoni di Che tempo che fa, la ministra ha escluso ogni possibile coinvolgimento nella vicenda: «Io ho ricevuto una telefonata da Fabio Paratici che conosco da molti anni, che è piacentino come me, che mi ha chiesto una informazione non per l’esame di lingua». De Micheli ammette che il direttore sportivo della Juventus l’aveva informata sulla compravendita, evaporata, del calciatore, dicendole che «la richiesta online (della cittadinanza ndr) non si era completata per motivi che non erano conosciuti – e le ha chiesto – se si potesse capire come completare la richiesta».


«Abbiamo ritenuto che – Paratici, ndr. – si rivolgesse a chi si occupa quotidianamente di questi temi», ha concluso De Micheli. Lo stesso dirigente bianconero, prima della partita di Serie A contro il Torino, aveva chiarito i motivi della chiamata alla ministra: «Ho semplicemente chiesto informazioni ad una persona che conosco da molti anni. Non credo che questo sia un reato. Siamo della stessa città e siamo amici d’infanzia».

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