I sospetti sui numeri dei vaccinati tra i «non sanitari»: chi sono gli amici e i parenti che hanno già saltato la fila

A sollevare la questione è Repubblica che ha acquisito i dati, Regione per Regione. I numeri appaiono troppo sbilanciati

A poco più di dieci giorni dall’inaugurazione della campagna vaccinale contro il Coronavirus, partono le prime inchieste. L’indagine dei Nas iniziata già la scorsa settimana, prosegue anche in questa, con un unico obiettivo: acquisire l’elenco dei vaccinandi in diverse Regioni per verificare se, nella compilazione, ci siano stati abusi. Per capirci qualcosa di più, è necessario fare un passo indietro. Nei giorni che hanno preceduto le vaccinazioni, le autorità sanitarie hanno detto sempre, chiaramente, che i destinatari della prima tranche, contingentata, di farmaci, sarebbe stata somministrata a tre categorie: agli ospiti delle Rsa, agli operatori sanitari e sociosanitari e al personale non sanitario.


I numeri

L’ultimo aggiornamento dei dati forniti da palazzo Chigi parla di 701.623 vaccinati. Di questi, 558.155 sono operatori sanitari e sociosanitari, 47.488 ospiti delle strutture residenziali (Rsa) e altri 95.980 rientrano nella categoria del personale non sanitario. Secondo la Repubblica, quest’ultimo numero è insolitamente alto, e la categoria è «sufficientemente generica» per abbracciare tutto il mondo che gravita nell’universo delle Asl e degli ospedali. Tra chi può definirsi “personale non sanitario” ci sono gli amministrativi, gli addetti alla manutenzione e alle pulizie, i manager, i cuochi e i camerieri delle mense, i centralinisti, gli uscieri. C’è poi, però, pure la sottocategoria – se così si può dire – degli amici degli amici, le mogli dei dottori, politici locali. Ma anche chi è riuscito a infiltrarsi nelle liste perché particolarmente fortunato. È come se, le priorità annunciate quando il vaccino era ancora in fase embrionale, fossero state riviste, se non proprio ribaltate.


Il report

la Repubblica ha poi analizzato i singoli numeri, Regione per Regione, che non compaiono nel computo reso pubblico ogni sera. In Campania, su 68.138 vaccinati, 1.262 sono anziani delle Rsa e 10.583 di personale non sanitario; in Calabria 10.940 vaccinati di cui 1.190 non sanitari e zero Rsa. La Sicilia, su un totale di 61.694 vaccinati, ha somministrato le fiale a 1.328 ospiti delle case di riposo e a 8.719 non sanitari; nelle Marche hanno vaccinato appena 145 ospiti Rsa e 1.834 non sanitari; nel Lazio su 66.773 vaccinati 6.019 sono non sanitari e 4.356 gli anziani; in Lombardia 69.712 vaccinati, 10.397 personale non sanitario, appena 1.631 anziani delle case di riposo. Il caso più lampante e in testa alla classifica è quello dell’Emilia Romagna: qui, con 71.293 somministrazioni, 4.765 sono state destinate alle Rsa e 21.341, quattro volte di più, ai non sanitari.

Va da sé che, con rapporti numerici così sbilanciati, la fascia di età più coperta è quella 50-59 anni (con 195 mila somministrazioni). Seguono i vaccinati con età tra i 70-79 anni (6 mila vaccini), i 20 mila della fascia 80-89 anni. Infine i gli over 90 con 15 mila dosi.

Le storie

«Mi ha chiamato un amico che lavora come amministrativo nel pool di vaccinazione a Scicli, mi ha detto che c’erano dei vaccini in più che bisognava utilizzare entro due giorni e sono andato. Don Umberto, parroco di Modica, 81 anni tra due settimane, non era in lista per essere vaccinato. Non rientra nelle categorie ritenute prioritarie dal Governo. Eppure un posticino, nella lunga fila – circa 150 persone – che ha incontrato quando si è presentato al centro per la vaccinazione, lo ha trovato. Sono ultraottantenne, ho altre patologie e ho capito che alla Asl non avevano una lista di persone da chiamare», ha raccontato.

Come lui, tanti altri. A Brindisi sono comparsi i nomi di una decina di mogli di medici in pensione, come ha dichiarato lo stesso direttore generale della Asl, Giuseppe Pasqualone. «Avanzavano dosi, piuttosto che buttarle…». A Napoli accade lo stesso. Alla Mostra d’Oltremare ne hanno smascherati 41: tra loro, un avvocato e mogli, fidanzate, figli di medici spacciati come collaboratori di studi medici. Infine, ma non ultimi per importanza, i giovani. Sono più di 1.400 i ragazzi tra i 16 e i 19 anni scoperti negli elenchi di chi, nei prossimi giorni, riceverà il farmaco.

Continua a leggere su Open

Leggi anche: