In Evidenza ENISiriaUSA
POLITICACrisi di governoGiuseppe ConteGoverno Conte IIIntervisteM5SMatteo Renzi

Di Stefano (M5s) sprona i renziani: «Siete vittime dell’egoismo del leader, adesso pensate al Paese» – L’intervista

16 Gennaio 2021 - 20:48 Felice Florio
Resta il niet del Movimento 5 Stelle a una maggioranza con Matteo Renzi, ma c’è un’apertura per accogliere i parlamentari di Italia Viva. E il sottosegretario di Stato non esclude nemmeno che qualcuno dei cosiddetti «responsabili» riceva qualche incarico di governo

Con il secco “no” dell’Udc a sostenere questo esecutivo, si complicano i piani del governo: gli 11 senatori necessari per far passare la fiducia a Giuseppe Conte non si trovano ancora. «Basta una maggioranza semplice per stabilizzare la situazione» afferma, tuttavia, Manlio Di Stefano. La soglia dei 161 senatori a Palazzo Madama non sembrerebbe la preoccupazione più grande per il sottosegretario di Stato agli Esteri, collega dell’ormai dimessosi Ivan Scalfarotto. Eppure, dalle sue dichiarazioni a Open, è evidente che il veto posto nei giorni precedenti a una maggioranza con i parlamentari di Italia Viva sia venuto meno. È probabile che, fatta la conta dei cosiddetti «responsabili», sia emerso che senza l’apporto dei renziani a Palazzo Madama, il governo non avrebbe i numeri per andare avanti. «Abbiamo sempre lavorato tanto e bene con i deputati e i senatori di Italia Viva e, infatti, credo siano le prime vittime dell’egoismo del loro leader. A loro rivolgo un invito a pensare all’Italia».

Onorevole, era più semplice parlare di vincolo di mandato quando il Movimento era agli albori o dagli scranni dell’opposizione rispetto ad oggi che siete la principale forza parlamentare?

«Tutt’altro. Con il vincolo di mandato non ci troveremmo in questa situazione penosa perché i partiti che hanno composto la maggioranza nel settembre 2019 sarebbero ancora autosufficienti. Ricordo infatti che Italia Viva è nata dopo le elezioni da parlamentari provenienti da altri partiti».

Non c’è stato un po’ di imbarazzo nell’accogliere il supporto di Mastella, politico che incarna (quasi) tutto ciò che criticavate della Seconda Repubblica?

«Non mi risulta che Mastella sia un senatore. Detto ciò, questo è un momento in cui chi ha a cuore l’Italia sta dandosi da fare per evitare che la follia di un singolo individuo mini la stabilità di un intero Paese in un momento così delicato».

Esclude che qualcuno dei «responsabili» possa ricevere degli incarichi di governo, dopo il voto di fiducia a Conte?

«Non sono io a dare incarichi di governo, ma certamente dovremo sostituire i membri dimissionari di Italia Viva che ricoprivano incarichi importanti nello specifico due ministri e un sottosegretario».

E se non ci fosse un numero sufficiente di «responsabili» per garantire una maggioranza stabile, ovvero oltre la soglia di 161 al Senato, qual è la strada più plausibile per Conte e per il Movimento?

«Difficile prevedere quali saranno i numeri, ma intanto basta una maggioranza semplice per stabilizzare la situazione. Se e quando le cose dovessero andare male faremo le dovute riflessioni, nessuno vuole galleggiare, vogliamo governare al meglio, quindi nemmeno la strada delle elezioni è da escludere».

Lei è del parere che o Conte resta il presidente del Consiglio oppure bisogna tornare alle urne?

«Il presidente Conte è stato una manna dal cielo in questi due complicatissimi anni, ha saputo gestire al meglio una situazione prima politica e poi sociale come non se ne erano mai viste. Ne deriva che Conte, per il M5s, sia imprescindibile».

Tutte le questioni interne al Movimento sembrano essere state spazzate via dall’instabilità di governo. Addirittura Di Maio e Di Battista si trovano d’accordo su tutti i passaggi di questa crisi. Di fatto, però, dagli Stati generali in avanti non è cambiato nulla nel Movimento. Come mai?

«L’errore più grande che si possa fare è quello di mettere tutto sullo stesso piano. Per noi il futuro del M5s è importantissimo ma non lo metteremo mai davanti al futuro degli italiani. Questo ci obbliga, in questo momento, a occuparci primariamente della ripartenza post Covid, ristori, Recovery Plan, sanità e scuola, e poi di tutto il resto».

Le accuse di immobilismo fatte da Italia Viva a questo governo sono giustificate?

«Per nulla. Abbiamo lavorato tanto, duramente e al meglio delle possibilità. Errori se ne sono certamente fatti ma per sbagliare occorre fare. La verità è che persino se avessimo portato la Luna in terra Renzi ci avrebbe accusati di non esserci riusciti col Sole perché l’unico suo obbiettivo è la visibilità. Parlo di Renzi e non di Italia Viva in generale non a caso, abbiamo sempre lavorato tanto e bene con i loro deputati e senatori e infatti credo siano le prime vittime dell’egoismo del loro leader. A loro rivolgo un invito a pensare all’Italia».

Come è stato il lavoro con Scalfarotto, suo collega agli Esteri, prima che rassegnasse le dimissioni?

«Per mia cultura credo si possa sempre fare di più».

Questione Mes sanitario: fin quando voi sarete in maggioranza l’Italia non accederà mai a questa linea di credito oppure, in futuro, vede spazi per un compromesso su questo tema?

«Il presidente Conte e il ministro dell’Economia Gualtieri sono già stati molto chiari a riguardo: il Mes non ci serve e le sue condizioni non sono nemmeno così favorevoli come qualcuno sostiene. Ritengo che più che un’esigenza del Paese, il Mes sia stato solamente un feticcio politico da utilizzare contro il M5s».

Leggi anche:

Articoli di POLITICA più letti