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Bielorussia, la leader dell’opposizione: «Il regime teme le sanzioni europee. È il momento di agire»

La leader dell’opposizione ha ricordato che le proteste contro Lukashenko sono pacifiche ma nonostante questo il presidente ha deciso comunque di liberare «la sua macchina repressiva contro il popolo»

Cinque mesi, e oltre 160 giorni dopo il voto, il popolo bielorusso continua a protestare contro il risultato di un’elezione truccata che ha visto riconfermare Aleksandr Lukashenko alla presidenza. Da quel 9 agosto, migliaia di persone sono state detenute, torturate, e incarcerate. «È sempre più cruciale far sì che le sanzioni europee siano estese, perché il regime le teme». Così, la leader dell’opposizione bielorussa Sviatlana Tsikhanouskaya, è intervenuta durante la seconda giornata del nuovo appuntamento del festival di Internazionale a Ferrara, in streaming dalla pagina Facebook del settimanale, in apertura dell’incontro La rivoluzione gentile in Bielorussia.

«La repressione di Lukashenko e la brutalità della polizia contro i manifestanti si è fatta più violenta. È tempo che l’Europa agisca», ha dichiarato a Open la giornalista bielorussa Hanna Liubakova. Ed è ancora più cruciale che «il campionato mondiale di hockey su ghiaccio non si tenga quest’anno a Minsk nel cuore dell’Europa – ha aggiunto Tikhanovskaya – dove il sangue di chi ha protestato pacificamente è stato sparso e dove a migliaia sono stati torturati e 180 persone sono state riconosciute come prigionieri politici». Nel videomessaggio Tikhanovskaya ha ricordato che il suo Paese «sta protestando pacificamente da cinque mesi e siamo stati testimoni di una grande solidarietà della cittadinanza e dai nostri amici in tutto il mondo». Nonostante questo, «Lukashenko ha liberato la sua macchina repressiva sul popolo bielorusso».

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