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I Proud Boys scaricano Trump, i QAnon cercano un nuovo eroe. Tutti i delusi (e confusi) dall’Inauguration Day

Fuori dalla bolla dei media mainstream, che hanno accolto con entusiasmo l'insediamento di Biden e i suoi richiami all'unità, gli "orfani" dell'ex presidente danno voce a tutta la loro delusione e definiscono Trump «un fallimento»

Doveva essere una giornata all’insegna dell’unità, soprattutto dopo l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio. Joe Biden lo ha ripetuto più volte nel suo discorso di insediamento, dalla promessa di essere il presidente «di tutti gli americani», ai richiami al bipartitismo e l’invito a «rifiutare la cultura in cui i fatti stessi vengono manipolati e persino fabbricati». Ma la narrazione stessa della cerimonia d’insediamento è stata motivo di nuove divisioni. Persino sul Washington Post, Margaret Sullivan ha scritto che la copertura mediatica era «lusinghiera al punto da essere imbarazzante». Per non parlare poi dei media della destra radicale.

Mentre sulla conservatrice Fox News il presentatore Chris Wallace, ha definito il discorso di Biden «il migliore che lui abbia mai sentito» dai tempi di John F. Kennedy, su Breitbart – tra gallery di Melania Trump e articoli sul mancato distanziamento fisico dei partecipanti alla cerimonia – gli editorialisti hanno chiamato lo sforzo di Biden «banale, con zero comprensione della ricca e illustre tradizione dell’oratoria presidenziale». Entrambi però hanno ospitato articoli che criticavano sia gli attacchi a Trump sia i toni adulatori dei media mainstream. Ma il distacco tra le due Americhe si vede ancora più nettamente sui social media e sul web.

QAnon, Proud Boys e gli altri

Mentre nei forum della piattaforma 4Chan c’è chi si lamenta delle politiche «America last» del nuovo presidente – un riferimento all’apertura nei confronti dei Dreamers e degli immigrati “irregolari” – altri gridano al complotto: «La pandemia non è altro che una cosa politica che aveva come obiettivo la frode elettorale», scrive un utente. Sul servizio di messaggistica Telegram invece l’ex YouTuber d’estrema destra (bannato dalla piattaforma di Google) Nick Fuentes – che ha fatto una sua diretta “alternativa” su Americafirst.live -, condanna «l’insediamento farsa» di questi «malati modaioli che stuprano il Paese».

Telegram | L’ex YouTuber Nicholas Fuentes, leader del movimento America First

Ma alcuni tra i principali gruppi di estrema destra, che hanno caratterizzato la stagione elettorale delle presidenziali, come i QAnon dello sciamano Jake Angeli o la milizia dei Proud Boys, sembrano attraversare un momento di smarrimento da quando Trump ha condannato con toni più duri (dopo qualche giorno) l’assalto al Campidoglio e soprattutto non ha tentato di ostacolare l’arresto dei loro membri dopo i fatti del 6 gennaio.

Come scrive il New York Times in una chat privata dei Proud Boys su Telegram, una volta tra i sostenitori più accaniti di Trump, l’ex presidente viene definito «un fallimento». Come se non bastasse, l’insediamento di Biden è stato addirittura accolto con ottimismo: «Almeno questa amministrazione è più onesta rispetto alle proprie intenzioni».

Anche i QAnon, che fino all’altro ieri non esitavano nel considerare Biden un esponente di spicco della setta di satanisti, cannibali e pedofili che controllano Hollywood, Washington e l’intero mondo, e che Trump era stato chiamato a sconfiggere, adesso sono orfani di eroi e brancolano nel buio. Mentre alcuni su Telegram cercano di far quadrare il cerchio sostenendo che lo stesso Biden «fa parte di un piano», altri invece gettano la spugna, sopraffatti dalla delusione: «Basta, è finita, che farsa».

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