Nella diatriba Stato-Regioni per la riapertura delle scuole, sono i giudici a dettare la linea. Il Tar della Campania ha accolto il ricorso presentato da alcuni genitori contro l’ordinanza di Vincenzo De Luca che voleva tener chiusi gli istituti secondari di secondo grado. Con un provvedimento cautelare, il tribunale ne ha disposto la riapertura con modalità integrata, come previsto dall’ultimo Dpcm. Il giudizio definitivo arriverà il 16 febbraio, ma intanto la Regione Campania dovrà «conformarsi a quanto prescritto – dal governo -, previa ricognizione degli atti attuativi e proattivi necessari a rendere effettiva la didattica in presenza nei limiti quantitativi, minimi e massimi, prescritti».
Per permettere l’organizzazione delle attività scolastiche, il Tar ha disposto che il rientro in classe avvenga entro il primo febbraio, e non con effetto immediato. Entro la giornata di oggi sarà firmata la prevista ordinanza in relazione alle attività didattiche nelle scuole e come già annunciato nelle precedenti comunicazioni, a partire da lunedì prossimo, 25 gennaio, sarà consentita l’attività in presenza nella scuola media. L’ordinanza conterrà anche le modalità che consentiranno la ripresa della didattica in presenza, a partire dal prossimo primo febbraio, nella scuola superiore di secondo grado.
Una data, però, che potrebbe essere anticipata dai singoli plessi, «ove le condizioni locali lo consentissero il rientro in presenza del contingente di studenti individuato». Il provvedimento cautelare, senza aspettare il giudizio definitivo, si sarebbe reso necessario «in ragione dello stato avanzato dell’anno scolastico in corso, ormai alle soglie del secondo quadrimestre, e dunque consumato per la metà circa», hanno osservato i giudici amministrativi.
L’accordo in Puglia per il rinvio alle superiori
La questione della riapertura delle scuole superiori è calda anche in Puglia. Il presidente della Regione Michele Emiliano starebbe per emanare una nuova ordinanza con lo stesso impianto di quella che scadrà sabato 23 gennaio. Le lezioni in presenza alle superiori saranno posticipate di un’altra settimana, con il ritorno in classe al 50 o al 75% fissato al primo febbraio. La decisione è maturata dopo l’incontro del 21 gennaio tra sindacati e gli assessori Pier Luigi Lopalco, alla Sanità, Anna Maurodinoia, ai Trasporti, e Sebastiano Leo, all’Istruzione.
«Per quanto riguarda il secondo grado – affermano in una nota i sindacati Cgil, Cisl, Gilda, Snals e Anief – alla Regione abbiamo dato la disponibilità a posticipare il ritorno alla didattica in presenza di una settimana, purché si elimini l’opzione della didattica a domanda individuale. L’assessore – Lopalco, ndr. – si è detto disponibile ad accogliere la nostra richiesta di posticipare il rientro a scuola, mantenendo l’attuale assetto, fino alla realizzazione del piano sanitario per la scuola che sarà portato in delibera nei prossimi giorni per trovare realizzazione presumibilmente a partire dal prossimo primo febbraio».
Si sarebbe raggiunto l’accordo per superare un aspetto delle ordinanze di Emiliano che avrebbero messo in crisi le organizzazioni scolastiche nella gestione della didattica. «Non è più accettabile – hanno dichiarato i sindacati – la scelta della Regione di lasciare alle famiglie la facoltà di optare tra frequenza in presenza o frequenza da casa e abbiamo chiesto con decisione che la prossima ordinanza non contempli questa possibilità». Qualora questo cambio di rotta non rientrasse nella prossima ordinanza del governatore, le sigle sindacali hanno annunciato una mobilitazione.
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