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Coronavirus, negli Usa contagiata una persona su 13. Ritardi sul vaccino anche in Giappone

24 Gennaio 2021 - 06:14 Redazione
Gli Stati Uniti hanno superato la soglia dei 25 milioni di casi. A Tokyo monta la preoccupazione per il via alla campagna vaccinale. Le prefetture: «Non siamo pronte»

USA

EPA/JUSTIN LANE | Il John F. Kennedy International airport a New York

Contagiato il 7,6% della popolazione

Gli Stati Uniti hanno superato i 25 milioni di casi di Coronavirus, secondo i dati del New York Times. Questa cifra – che secondo il quotidiano è «significativamente sottostimata» – significa che una persona su 13 nel Paese, che conta circa 328 milioni di abitanti, è stata contagiata, il 7,6% della popolazione. «Venticinque milioni di casi è un’incredibile tragedia», ha commentato Caitlin Rivers, un epidemiologo alla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health. I decessi legati al virus sono 414.000, uno ogni 800 persone circa nel Paese.

Gli esperti ora temono l’impatto delle nuove varianti del virus, che sembrano essere più contagiose. Il Centers for Disease Control and Prevention ha recentemente avvertito che la variante del virus rilevata per la prima volta nel Regno Unito potrebbe diventare la fonte dominante di infezione negli Stati Uniti entro marzo, e molto probabilmente porterebbe a ulteriori picchi di casi e morti.

Al momento, negli Stati Uniti sono 17,4 milioni le persone che hanno ricevuto la prima dose del vaccino anti Covid, pari al 15,2% della popolazione considerata prioritaria e al 5,2% della popolazione totale. Gli Usa sono stati il secondo Paese occidentale a partire con la campagna di vaccinazione, dopo il Regno Unito.

GIAPPONE

EPA/KIMIMASA MAYAMA | Le prime vaccinazioni in Giappone sono previste a fine febbraio.

Gli allarmi delle prefetture

Non solo l’Europa. Anche il Giappone rischia ritardi sulla campagna di vaccinazione. L’80% delle prefetture ha annunciato di avere problemi nel reclutamento di un numero adeguato di medici e infermieri, secondo quanto rivelato da un’indagine della agenzia Kyodo. In Giappone ci sono 47 prefetture: 30 evidenziano come maggiore difficoltà la selezione appropriata di luoghi pubblici in cui può essere gestito il piano di somministrazione dei vaccini, 18 prefetture parlano di risorse finanziarie insufficienti. Infine, 16 prefetture definiscono problematico l’aspetto logistico, inclusa le procedure di refrigerazione delle fiale prima del loro utilizzo.

In Giappone, le prime persone a essere vaccinate saranno gli operatori sanitari, a partire dalla fine di febbraio, seguiti dagli over 65, non prima di marzo, e successivamente da quanti soffrono di malattie croniche. Stando a fonti dell’esecutivo giapponese, citate dai media nazionali, la campagna di vaccinazione per la popolazione rischia di subire ritardi e non dovrebbe avvenire prima di maggio. Sullo sfondo, resta lo scetticismo della popolazione verso la vaccinazione: un recente sondaggio, riportato dalla televisione TBS, ha rilevato che solo il 48% degli intervistati vuole ricevere la somministrazione.

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