Vaccini in ritardo, caos riaperture: Ricciardi e Galli per la chiusura totale. «Serve un mese di lockdown vero per fermare le varianti»

Per i due esperti le divisioni in zone non funzionano più e il rischio di importazione dall’estero è forte

Tra nuove varianti, e una campagna vaccinale piena di intoppi, spunta ancora una volta l’ipotesi di un lockdown generalizzato a livello nazionale. L’auspicio arriva da Walter Ricciardi, il consulente del ministro della Salute Roberto Speranza. In un’intervista a Il Messaggero, l’ex direttore dell’Iss dice che l’Italia registra ancora troppi casi: «Serve per un mese che tutte le regioni siano in fascia rossa. Un lockdown vero. L’apri e chiudi è uno stillicidio, le zone arancioni sono insufficienti». Per Ricciardi il rischio è che l’Italia si trovi nelle stesse condizioni di Spagna e Portogallo.


Galli: «Basta guardare all’estero per capire che non c’è da stare tranquilli»

Una posizione condivisa anche dall’infettivologo Massimo Galli che a La Stampa dice: «Bisognerà mantenere le misure fino a chiarire l’andamento della curva che resta incerto ma sempre in crescita». Anche il primario del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco teme l’impatto delle varianti sulla crescita dei contagi: «Basta guardare all’estero per capire che non c’è da stare tranquilli. Il rischio di importazione del virus è forte, e più si allungano i tempi della vaccinazione più aumentano le possibilità di avere nuove varianti».


E proprio sul tema vaccini entrambi gli esperti non profilano una situazione rosea: «Io sono preoccupato perché l’organizzazione di una vaccinazione di massa ancora non è stata perfezionata – aggiunge invece Ricciardi – dobbiamo farci trovare pronti quando avremo un numero sufficiente di dosi». Una gestione della distribuzione delle dosi che per Galli influisce inevitabilmente sulle restrizioni: «Se riuscissimo ad accelerare la campagna vaccinale e ad aumentare test e tracciamento, entro qualche mese si potrebbe alleggerire le misure o applicarle in maniera mirata, ma non mi pare che ci siano novità incoraggianti su queste frontiere»

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