Coronavirus, Sileri: «Il vaccino per gli over 80 slitta di 4 settimane, di 8 settimane per gli altri». Arcuri: «La prossima settimana 20% di fiale in meno»

«All’Europa sono stati dati meno vaccini di quanto doveva riceverne», dice il commissario all’emergenza. «Stanno trattando 27 Paesi europei come dei poveracci»

Infiammano le polemiche sui ritardi della campagna vaccinale. Come noto, il rallentamento è dovuto alla riduzione delle dosi concordate dei vaccini da parte di Pfizer e AstraZeneca, le due aziende sulle quali l’Italia aveva fatto affidamento nella lotta al Coronavirus. Difficile, a questo punto, immaginare che si arrivi al 50% di vaccinati entro l’estate. A confermarlo è il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, a Domenica In, su Rai 1, secondo cui «questi ritardi faranno slittare di circa 4 settimane i tempi previsti per la vaccinazione degli over 80 e di circa 6-8 settimane per il resto della popolazione». Un rallentamento che, stando alle parole del viceministro, «coinvolge tutta l’Europa e buona parte del mondo». Resta un margine per la speranza, però: «Confido che il ritardo possa essere colmato più avanti», dice Sileri.


«Tra due settimane ci saranno tre vaccini»

Le dosi – già nelle disponibilità delle Regioni – da domani «verranno usate per effettuare il richiamo nei tempi previsti a coloro che hanno già ricevuto la prima somministrazione, cioè soprattutto agli operatori sanitari» (e su questo punto è scoppiata una polemica). «Tra due settimane, se tutto va bene – ha precisato Sileri – avremo un mercato con tre vaccini». Questo, di fatto, significherà «riprendere con maggior forza, completare la vaccinazione per i medici e gli infermieri e cominciare con gli over 80», ha concluso.


Il punto è che «per ovviare ai problemi sulla linea produttiva servirebbe un accordo quadro a livello europeo che consentisse di operare per conto terzi, realizzando una sinergia tra le compagnie oggi operative e altre realtà attualmente non impegnate nella produzione dei vaccini. Questo potrebbe
aumentare in maniera incisiva la velocità di produzione», aggiunge il viceministro. Il contesto scelto da Sileri per fare il punto su tempi e ritardi – il salotto televisivo di Domenica In – non lascia indifferenti alcuni osservatori e osservatrici sui social.

C’è chi fa presente che il luogo idoneo per simii comunicazioni (calcoli, in realtà, su informazioni note) dovrebbe essere il parlamento.

Anche Arcuri fa il punto

Su Twitter c’è anche chi dice che a rispondere dei ritardi dovrebbe essere piuttosto il commissario all’emergenza Coronavirus, ovvero Domenico Arcuri.

E così succede, rigorosamente sul piccolo schermo. Alla fine a parlare in televisione in serata, infatti, è anche lo stesso Arcuri. «Stanno trattando 27 Paesi europei come dei poveracci», affonda il commissario. «Ci possono essere delle asimmetrie, secondo cui le poche cose che si producono non per forza vadano nei luoghi dove devono andare», risponde il commissario straordinario all’emergenza, incalzato da Barbara d’Urso, che gli chiedeva i motivi di ritardi così marcati nella consegna delle dosi. «Se non le consegnano all’Italia, a chi le danno?, chiede la presentatrice: «Le danno a chi paga di più, è così?». «Ovviamente questo non lo so», ha risposto Arcuri, «spero che questo non sia vero. So che all’Europa sono stati dati meno vaccini di quanto doveva riceverne e che con la vita delle persone non si gioca».

E ancora: «La settimana prossima avremo il 20% di fiale in meno, per fortuna siamo riusciti a mettere in campo un meccanismo di solidarietà, per cui i centri che non hanno avuto i vaccini la settimana scorsa, li avranno questa», ha spiegato il Commissario. D’Urso non fa in tempo a tirar fuori la storia della carenza di siringhe negli ospedali, che Arcuri nega tutto e ribatte: «Nel corso dell’ultima settimana abbiamo mandato alle Regioni le siringhe che servivano per questa minore fornitura di vaccini. Sono arrivati meno vaccini e sono state mandate meno siringhe. Questa settimana arriveranno più vaccini della settimana scorsa e manderemo le siringhe che servono a fare questi altri vaccini. Le siringhe ci sono, se c’è stato in qualche luogo una scarsità di siringhe le ragioni possono essere molteplici: sono casi sporadici ai quali mettiamo riparo subito».

Foto in copertina: ANSA/CIRO FUSCO

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