Crisi di governo, l’architetto dei responsabili Merlo: «Noi, embrione del partito di Conte. Il ritiro di Vitali? Non era mai entrato» – L’intervista

Il senatore, fondatore del Maie, sposa la linea contiana: «Difficile andare avanti con un altro premier. Se non riceve Conte l’incarico, si scivola verso le urne»

«Non un’operazione numerica, ma un gruppo di continuità politica a sostegno di Giuseppe Conte». Ricardo Merlo, nato e residente in Argentina, ma che conserva la cittadinanza italiana grazie allo ius sanguinis, è l’anima del progetto Europeisti – Maie – Centro Democratico. Il nuovo gruppo costituitosi a Palazzo Madama segue l’operazione che Bruno Tabacci ha avviato alla Camera: l’obiettivo è chiedere a Sergio Mattarella di affidare all’avvocato pugliese il mandato per un Conte ter.


«Al presidente della Repubblica diciamo che noi vediamo solo Giuseppe Conte per Palazzo Chigi», ripete Merlo. Ma quanti senatori potranno mettere sul piatto del Quirinale per convincere Mattarella della stabilità di un terzo esecutivo Conte? «Non possiamo dire con certezza con quanti senatori saremo in grado di supportare il premier, adesso siamo dieci, ma diremo a Mattarella che ne arriveranno altri».


Senatore, il gruppo non è decollato e i vostri numeri non garantirebbero stabilità a Conte. È deluso?

«Noi non abbiamo mai pensato di sostituire le forze politiche necessarie a dare stabilità all’esecutivo. La nostra non è un’operazione numerica, ma una iniziativa per mettere insieme parlamentari, principalmente del Misto, che vogliono sostenere la continuità di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi».

A Mattarella avete garantito che il gruppo crescerà. Come fa a esserne sicuro?

«Se la legislatura continuerà, questo gruppo non può che crescere perché fa riferimento a Conte. Lui è il politico più popolare d’Italia e il nostro gruppo è l’embrione di una futura formazione politica più vicina al premier».

Per voi è più importante salvare Conte che scongiurare il ritorno alle urne?

«Per noi c’è solo Conte, non valutiamo altri scenari perché crediamo che sia molto difficile andare avanti con un altro premier. Quindi o Conte o si scivola verso le urne».

Si è parlato di qualche incarico per il vostro gruppo?

«Guardi, io sono già stato nominato sottosegretario agli Esteri da Conte. Non mi interessa questo discorso adesso, stiamo valutando se la legislatura continua o meno: dobbiamo focalizzarci su questo».

Il Conte ter non potrà prescindere da Italia Viva e i renziani, a conti fatti, si sono dimostrati compatti su tutta la linea. La preoccupa dover tornare a ragionare con Renzi?

«Mi soffermo sulla compattezza. Italia Viva è un partito di transfughi, non l’ha votato nessuno. Sono un miscuglio di dem, forzisti, renziani e del partito della Lorenzin».

Il senatore di Forza Italia, Luigi Vitali, che ieri sera aveva annunciato l’addio al gruppo azzurro per sostenere un possibile Conte ter, ha fatto marcia indietro. Come ha preso questa prima defezione dal suo gruppo?

«Non abbiamo mai incontrato il senatore Vitali perché lui, ufficialmente, non si è mai iscritto al nostro gruppo. Io discuto del progetto con i colleghi del gruppo solo dopo che vedo la loro firma di adesione».

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