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Esistono vaccini di Serie A e di serie B? No, ma le critiche sull’efficacia di AstraZeneca sono fondate

10 Febbraio 2021 - 07:38 Juanne Pili
Perché Pfizer e Moderna vanno bene per gli anziani e AstraZeneca no?

A livello europeo con l’avanzare degli studi, in Europa arriveranno probabilmente nuovi vaccini, basati su una sequenza di RNA o DNA o su altre tecniche note, come quelli di  Johnson & Johnson, CureVac e Novavax. Si parla anche di Valneva e ReiThera, di cui però al momento mancano prove robuste e definitive. Nel sito del ministero della Salute vediamo che le categorie della popolazione a cui sono destinati i vaccini contro il nuovo Coronavirus sono principalmente le seguenti: operatori sanitari e sociosanitari; personale non sanitario ritenuto ugualmente a rischio; ospiti di strutture residenziali; tutti gli individui sopra gli 80 anni di età.

Il vaccino di Pfizer-BioNTech è finora predominante a fronte di Moderna. Ora si attendono i dati sulla distribuzione del vaccino di AstraZeneca, che ha ricevuto recentemente l’approvazione di AIFA ed EMA. I primi due sono raccomandati agli anziani, l’ultimo arrivato al momento verrà distribuito agli adulti sotto i 55 anni. Come mai? Forse quello di AstraZeneca è un vaccino di serie B? La realtà è un po’ più complicata. In questo articolo cerchiamo di chiarire meglio la questione.

A chi vanno i vaccini? Chi lo decide?

I riscontri di efficacia dipendono dalle fasce di età in cui sono stati sperimentati i farmaci, nelle varie fasi della sperimentazione clinica, dove man mano si comprendono i dosaggi ottimali e si verifica che risultino efficaci in maniera significativa, nelle fasce di popolazione ritenute più a rischio.

Più si è giovani meno c’è interesse a investire risorse nei test, cosa che non si esclude di fare in futuro. Sappiamo che dai 16 anni in giù il rischio di incorrere in forme gravi di Covid-19 è piuttosto remoto. È vero che sono state suggerite delle correlazioni con la MIS-C (sindrome infiammatoria multisistemica) in bambini e adolescenti, ma si tratta di casi molto rari, su cui mancano ancora studi definitivi.

Oltre i due già avviati contiamo quindi il vaccino di Oxford-AstraZeneca. Come Pfizer e Moderna dipende sempre da una porzione di RNA che codifica le informazioni per far produrre alle nostre cellule gli antigeni di SARS-CoV-2, stimolando le nostre difese immunitarie, solo che a eccezione di questi, usa un vettore virale per trasportarlo, un adenovirus reso totalmente innocuo. Per approfondire suggeriamo la lettura della nostra Guida ai vaccini anti-Covid.

Le fasce di età verificate negli studi clinici

Ecco le fasce di età entro cui i tre vaccini si sono dimostrati sicuri ed efficaci nei limiti delle dosi e dei richiami previsti, secondo quanto riporta EMA:

  • BNT162b2 – di Pfizer-BioNTech ha dimostrato di essere efficace dai 16 anni in su. Questa stima si basa su un campione di 36 mila persone, anche sopra i 75 anni, prive di alcun indizio di infezione precedente;
  • mRNA-1273 – di Moderna risulta funzionare dai 18 anni in su. I risultati si basano su un compione di oltre 30 mila volontari;
  • ChAdOx1 – di Oxford-AstraZeneca è considerato più controverso da alcuni critici, perché al contrario dei primi due che mostrerebbero un’efficacia del 95%, la sua scenderebbe al 59,5% con la prima dose, ma sale al 82,4% con la seconda a dodici settimane di distanza. Dai 18 ai 55 anni si hanno riscontri di efficacia più robusti. Questi dati provengono da un gruppo di oltre cinque mila vaccinati e altrettanti di un gruppo di controllo.

AstraZeneca efficace all’8% sopra i 65 anni?

Le maggiori critiche provengono da alcune indiscrezioni riguardo a una efficacia ridotta fino all’8% nei soggetti sopra i 65 anni. Questo dato si rivelerà presto infondato, come spiegavamo in un articolo precedente.

 «Non abbiamo molte informazioni sull’efficacia del vaccino AstraZeneca nella fascia di età degli over 55, ma il 13% dei pazienti inclusi in questa analisi erano anziani», spiega un esperto dell’Ema, Bruno Sepodes. «Lo raccomandiamo sulla base dei dati e dell’esperienza accumulata con gli altri vaccini. Ci attendiamo qualche tipo di efficacia anche per questo sub-gruppo, anche se l’esatto livello di efficacia non può essere stimato ora. Questo significa che può essere usato, ma se ci sono altre opzioni sono preferibili».

Effettivamente le polemiche partite dalla Germania, derivano da un equivoco nell’interpretare i dati sul vaccino da parte della testata Handelsblatt. Come spiegano i colleghi di Giornalettismo, è lo stesso Governo tedesco ad ammettere che si è trattato di un errore nella lettura dei dati:

«Il vaccino è stato somministrato a una popolazione che all’8% era composta da over 65».

Invertendo clamorosamente i fattori, qualcuno ha capito che negli over 65 il vaccino aveva un’efficacia dell’8%. Tutto qui.

Perché il vaccino di AstraZeneca è consigliato sotto i 55 anni

L’unica critica minimamente sensata nei confronti di AstraZeneca, riguarda piuttosto la difficoltà di accertare l’efficacia con totale certezza nella popolazione sopra i 55 anni, perché questa fascia di età è relativamente meno rappresentata nei suoi dati. Per questa ragione Pfizer e Moderna continuano ad essere i più indicati nella popolazione anziana, mentre il vaccino di Oxford comincerà a essere distribuito agli adulti sotto i 55 anni considerati particolarmente a rischio, come insegnanti, poliziotti e guardie carcerarie. Questo non significa che il vaccino di AstraZeneca si sarebbe rivelato inefficace negli anziani. Non sono esclusi accertamenti in futuri studi.

Il fine ultimo resta quello di offrire una vasta gamma di vaccini che offrano garanzie di protezione sovrapponibili tra loro, per garantire la massima copertura nel minor tempo possibile. Polemiche sulla cosiddetta libertà di scegliere il proprio vaccino preferito lasciano il tempo che trovano.

Foto di copertina: torstensimon | Vaccini anti-Covid.

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